Cammino
La prima edizione spagnola è del 1939, ma il nucleo fondamentale dell’opera risale al 1934 quando l’autore (che aveva appena 32 anni) raccolse una serie di riflessioni su argomenti ascetico-mistici intitolata Consideraciones espirituales. Il nuovo testo ha avuto un successo eccezionale, specialmente nel mondo giovanile in 250 edizioni, per un totale di oltre tre milioni e mezzo di copie, tradotto in 39 lingue (1). È certamente il best seller della letteratura spirituale del nostro secolo e probabilmente di tutti i tempi dopo la Bibbia e L’imitazione di Cristo: penso di non esagerare se affermo che la diffusione mondiale dell’Opus Dei si deve in gran parte al fascino illuminante che esercita sugli spiriti moderni questo volumetto. Si potrebbe dire – e non credo che il confronto sia infondato – che l’opera per genialità spirituale – se non per mole, ovviamente – può stare accanto alle Pensées di Pascal e al grande Diario del massimo scrittore edificante dell’Ottocento, Soren Kierkegaard.
Si tratta di una raccolta di 999 (il numero è un omaggio alla SS. Trinità) riflessioni spesso assai brevi: poche raggiungono la mezza pagina e molte si limitano a poche righe e qualche volta a una sola riga (cfrn. 5: “Abituati a dire di no”; n. 15: “Non lasciare il tuo lavoro per l’indomani”; n. 126: “La gola è l’avanguardia dell’impurità”, e così via). I testi sono stati raggruppati per argomenti che sono quelli della spiritualità tradizionale, disposti in ordine sparso senz’alcuna rigidità sistematica, come il lettore può subito vedere nella successione dei titoli: Carattere, Direzione, Orazione, Santa purezza. Cuore, Mortificazione, Penitenza, Esame, Propositi, Scrupoli… ai quali fanno seguito d’improvviso: Presenza di Dio, Vita soprannaturale, Ancora vita interiore. Anche le virtù si presentano in ordine sparso, ma connesse alla considerazione della Formazione e del Piano della santità, l’Amore di Dio e la Carità; segue una pausa sui Mezzi: la Vergine, la Chiesa (due temi che l’autore considera sempre in stretta connessione), la Santa Messa, la Comunione dei Santi… Si procede con un nuovo corteo di virtù, Fede, Umiltà, Obbedienza, Povertà, Discrezione, Gioia… Il momento ascetico s’intensifica: Altre virtù, Tribolazioni, Lotta interiore. Novissimi, che sono completati dalle riflessioni fondamentali sulla Volontà di Dio e la Gloria di Dio… Verso la fine si tratta con slancio del tema prediletto – come si dirà più avanti – della Infanzia spirituale, che si continua e conclude con la Chiamata, l’Apostolo, l’Apostolato e ultima, non senza ragione, la Perseveranza.
Questo semplice accenno di elenco mostra, anche se può sembrare bizzarro, la personalità spirituale dell’autore che è più attento agli impulsi intcriori che non alla logica delle virtù morali e teologiche. Anche questo, che si potrebbe chiamare il “metodo del non metodo”, corrisponde, mi sembra, all’indole propria dell’Opus Dei nel suo attuarsi molteplice che il fondatore indica con l’espressione umoristica e geniale di “organizzazione disorganizzata” (2). E l’humor, assieme alla freschezza della lingua (certamente più ricca nel testo originale) aumenta lo scintillio di luci che sprizzano quasi a ogni pagina del testo. L’autore attinge soprattutto alla Bibbia e in particolare, com’è ovvio, al Nuovo Testamento (3), ma procede con mano delicata senza appesantire il testo; la fonte resta spesso implicita e si fa avvertire appena per i bagliori di luce che lascia intravvedere e per i profumi celestiali che fa gustare al lettore spesso attonito di essere stato colto, a sua insaputa, nell’intimo del suo spirito nel momento opportuno. Ecco una breve antologia, a titolo meramente esemplificativo:
1. “Che la tua vita non sia una vita sterile. – Sii utile. – Lascia traccia. – Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore. Cancella, con la tua vita d’apostolo, l’impronta viscida e sudicia che i seminatori impuri dell’odio hanno lasciato. – E incendia tutti i cammini della terra con il fuoco di Cristo che porti nel cuore” (Dal capitolo Carattere).
59. “Conviene che tu conosca questa dottrina sicura: il proprio spirito è cattivo consigliere, cattivo pilota, per dirigere l’anima nelle burrasche e nelle tempeste, fra gli scogli della vita interiore. Perciò è Volontà di Dio che la direzione della nave sia presa da un Maestro, affinché, con la sua luce e la sua conoscenza, ci conduca al porto sicuro” (Direzione).
98. “Dopo quella del Sacerdote e delle vergini consacrate, la preghiera più gradita a Dio è quella dei bambini e dei malati” (Orazione).
160. “Dimmi un po’: quella… è un’amicizia o una catena?” (Cuore).
190. “A un’anima che aveva un superiore iracondo e grossolano il Signore faceva dire: “Ti ringrazio. Dio mio, per questo tesoro veramente divino, perché quando mai ne troverò un altro che a ogni gentilezza mi risponda con un paio di calci’?”” (Mortificazione ).
231. “Il digiuno rigoroso è una penitenza assai gradita a Dio. – Ma, per un motivo o per l’altro, abbiamo fatto molte concessioni. Non è male – al contrario – che tu, con l’approvazione del tuo Direttore, lo pratichi di frequente” (Penitenza).
278. “Abbi presenza di Dio e avrai vita soprannaturale” (Presenza di Dio).
288. “Mettiti nelle piaghe di Cristo Crocifisso. – Lì apprenderai a custodire i tuoi sensi, avrai vita interiore, e offrirai continuamente al Padre i dolori del Signore e quelli di Maria, per pagare i tuoi debiti e tutti i debiti degli uomini” (Vita soprannaturale).
301. “Un segreto. – Un segreto a gran voce: queste crisi mondiali sono crisi di santi. – Dio vuole un pugno di uomini “suoi” in ogni attività umana. – pax Christi in regno Christi – la pace di Cristo nel regno di Cristo” (Ancora vita interiore).
335. “Un’ora di studio, per un apostolo moderno, è un’ora d’orazione” (Studio).
371. “Quando persone professionalmente mal considerate si agitano alla testa di manifestazioni esteriori di religiosità, sono sicuro che sentite la voglia di dir loro all’orecchio: “Per favore, abbiano la bontà d’essere meno cattolici!”” (Formazione).
397. “Sii intransigente nella dottrina e nella condotta. – Ma sii dolce nella forma. – Mazza d’acciaio poderosa, avvolta in guaina ovattata. Sii intransigente, ma non essere villano” (Il piano della tua santità).
470. ” Ma… e i mezzi? – Sono gli stessi di Pietro e di Paolo, di Domenico e di Francesco, di Ignazio e di Saverio: il Crocifisso e il Vangelo… – Forse ti sembrano piccoli?” (I mezzi).
582. “Com’è bella la nostra Fede Cattolica! – Risolve ogni nostra ansietà e appaga l’intelligenza e colma il cuore di speranza” (Fede)
632. “La vera povertà non consiste nel non avere, ma nell’essere distaccato: nel rinunciare volontariamente al dominio sulle cose. – Ecco perché vi sono dei poveri che in realtà sono ricchi. E viceversa” (Povertà).
703. “Una cattiva notte in una cattiva locanda. – Dicono che Teresa di Gesù abbia definito così questa vita terrena. – Non ti pare che sia un paragone indovinato?” (Tribolazioni).
733. “Confida sempre nel tuo Dio. – Egli non perde battaglie” (Lotta interiore).
761. “Uomo libero, sottomettiti a volontaria servitù affinchè Gesù non abbia a dire per causa tua quello che si narra abbia detto per causa d’altri alla Madre Teresa: “Teresa, io volevo…, ma gli uomini non hanno voluto”” (La volontà di Dìo).
833. “Capi!… Virilizza la tua volontà perché Dio faccia di te un capo. Non vedi come agiscono le maledette società segrete? Non hanno mai conquistato le masse. – Nei loro antri formano alcuni uomini-demoni che si danno da fare e sobillano le masse rendendole pazze, per trascinarle dietro di sé nel precipizio di ogni disordine… e all’inferno. – Essi portano una semenza maledetta. Se tu vuoi…, porterai, benedetta mille e mille volte, la parola di Dio, che non può venir meno. Se sei generoso…, se corrispondi, con la tua santificazione personale, otterrai quella degli altri: il regno di Cristo: omnes cum Petro ad Iesum per Mariam” (Tattica). E’ il programma, come vedremo. dell’Opus Dei.
Note
(1) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1990.
(2) Colloqui, n. 19; n. 63.
(3) Cfr l’Indice scritturistico, pp. 255-261. Manca invece, a differenza di quanto vedremo nella produzione omiletica, ogni riferimento patristico (fa eccezione un riferimento a san Gregorio M. sul demonio: n. 149). Rari anche i richiami ai santi (santa Teresa d’Avila, sant’Ignazio, san Francesco d’A., san Benedetto, san Saverio, santa Teresa del Bambin Gesù…). Manca (se ho ben letto) san Francesco di Sales che sembra avere (specialmente nella Introduzione alla vita devota) la concezione più affine a quella dell’autore.
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