On line tutte le opere di san Josemaría Escrivá
Nel 95° della fondazione vengono resi disponibili sul Web i classici di spiritualità scritti dal fondatore. Un contributo per tornare al carisma della Prelatura, come chiesto dal Papa
Cinque anni al centenario: può sembrare un tempo ampio, ma l’Opus Dei sta già preparando il secolo dalla fondazione, avvenuta il 2 ottobre 1928 quando un giovane sacerdote aragonese, don Josemaría Escrivá, 26 anni appena, “vide” durante un ritiro a Madrid lo scenario meraviglioso di generazioni di laici che si fanno santi nelle loro occupazioni quotidiane. Uno scenario inimmaginabile decenni prima del Concilio, e che oggi è dottrina della Chiesa. Ricordando quel 2 ottobre di 95 anni fa, oggi l’Opus Dei è nel pieno del processo di revisione degli statuti, così come chiesto dal Papa, per tornare alla limpidezza di quella formidabile ispirazione originaria: un carisma pienamente laicale che cerca di trovare una “casa” giuridica dentro la Chiesa adeguata a ciò che la Chiesa vuole ma soprattutto a quel che il fondatore “vide”.
Proprio per aiutare tutti i membri della Prelatura a tornare alla pienezza di quel disegno divino sono appena stati resi disponibili online tutti gli scritti sinora editi di Escrivà, canonizzato da Giovanni Paolo II il 6 ottobre 2002. All’indirizzo Escriva.org/it sono scaricabili, in una versione facilmente navigabile e consultabile, le opere del santo spagnolo apostolo della santità dei laici in mezzo al mondo, che sono diventate classici di spiritualità in tutto il mondo, a cominciare da Cammino, il libro che con i suoi 999 pensieri per la vita interiore, come si legge nel sito ufficiale Opusdei.it, «dalla data della sua prima pubblicazione nel 1939, ha avuto più di 420 edizioni e 142 traduzioni. Secondo l’Istituto Cervantes è la quarta opera in spagnolo più tradotta al mondo subito dopo Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes e due libri del del premio Nobel Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera».
(Francesco Ognibene, 02/10/23, Avvenire)
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