I
santi sono il frutto pregiato dell'albero della Chiesa
I
santi sono il frutto pregiato dell'albero della Chiesa.
La loro esistenza è intrisa della carità
che informa il Corpo Mistico di Cristo; hanno speso la
loro vita in comunione con tutti i fratelli nella fede
ed hanno promosso sempre l'unità. Scorrendo la
biografia di un santo è facile, quindi, ritrovarvi
il leit motiv della comunione.
Josemaría
Escrivá nasce agli inizi del secolo scorso, in
seno ad una famiglia cristiana, a Barbastro (Spagna).
Nell'esempio dei suoi genitori vede rispecchiarsi ed assimila
la naturalezza e l'attrattiva delle virtù: la vita
semplice di una normale casa cristiana, fatta di onesto
lavoro, di servizio, di gioia, di preghiera, di dolore
e di affetto.
Dopo
aver frequentato un asilo infantile delle Figlie della
Carità, impara a leggere e a scrivere in una scuola
degli Scolopi, che lo rendono più solido anche
nella conoscenza dell'abc della dottrina cattolica. Molto
presto ha inizio la sua vita sacramentale, orientata e
indirizzata dai genitori e dal clero locale: Josemaría
avrebbe sempre ricordato con affetto l'affabilità
del religioso che ascoltò la sua prima confessione.
Frattanto il numero di fratelli aumenta e con l'arrivo
dei nuovi figli cresce anche la felicità dei genitori.
Nel
1915, dopo alcuni anni particolarmente duri, segnati dai
rovesci della fortuna e da diverse sofferenze, la famiglia
si trasferisce nella città di Logroño.
Lì, nell'inverno del 1917, le orme lasciate sulla
neve dai piedi nudi di un carmelitano penitente scuotono
il cuore del giovane Josemaría e lo portano a domandarsi:
"ed io che cosa faccio per Iddio?" Con questa
domanda ha inizio l'itinerario della sua piena dedizione,
mai percorso 'da solo'. Ha sempre con sé la grazia
di Dio, il sostegno dei genitori e dei fratelli e il buon
esempio di tanti altri.
Intuisce che Dio ha dei progetti per la sua vita, ma non
sa quali possano essere. Entra in seminario, e lì
dei sacerdoti esperti lo aiutano a consolidare la vocazione
e a indirizzare i suoi desideri di compiere la volontà
di Dio. L'Eucarestia diventa il suo centro esistenziale;
tutti i pensieri e le azioni ruotano attorno a Gesù
Sacramentato, il grande amore della sua anima ed il fondamento
della comunione della Chiesa.
Una
volta ricevuta l'ordinazione sacerdotale, nel 1925, si
dedica con abnegazione al ministero sacerdotale tra persone
di ogni condizione, specialmente i poveri e gli ammalati.
Ad
essi chiede l'elemosina della preghiera, l'unica forza
su cui faccia assegnamento per compiere quella volontà
di Dio che non è ancora riuscito a conoscere. Dal
1927 in poi risiede a Madrid e lì presta assistenza
ai malati in ospedali gestiti da suore e da altre persone
di buona volontà che, in anni difficili per la
Chiesa cattolica in Spagna, rischiano la salute e a volte
la stessa vita. In quei primi passi del ministero sacerdotale
riceve direzione spirituale da un padre gesuita e per
diversi anni è cappellano di conventi di suore.
Nel
1928, dopo molta orazione, nasce l'Opus Dei. Don Josemaría,
pur continuando ad assistere i poveri e i malati, si mette
al lavoro con studenti, professionisti, operai, artisti
ed anche sacerdoti, invitando tutti a seguire Cristo da
vicino e a prodigarsi per santificare il proprio lavoro
quotidiano.
Da
quel momento in poi è instancabile nel dare impulso
all'apostolato dell'Opus Dei e raggiunge con il suo ministero
migliaia di persone di ogni ambiente professionale e sociale,
che sentono con forza il richiamo della vocazione cristiana.
Negli
anni Quaranta, oltre all'intensissimo lavoro sacerdotale
con i laici, predica a richiesta dei vescovi
ritiri spirituali per migliaia di sacerdoti di molte diocesi
spagnole. Promuove parecchie vocazioni al sacerdozio e
allo stato religioso, e stimola tutti a perseverare nel
proprio cammino durante i momenti di difficoltà.
Dopo
la morte del fondatore dell'Opus Dei, avvenuta nel 1975,
alla Postulazione che si incarica della sua causa di beatificazione
e canonizzazione giungono migliaia di lettere di parroci,
religiosi, religiose, vescovi, membri di associazioni
di fedeli e di molte altre persone che chiedono l'apertura
del processo di canonizzazione del "loro amico Josemaría".
La Prelatura è ancora oggi destinataria dell'affetto
di tanti amici del suo fondatore, aumentati, dopo il 1975,
grazie alla diffusione dei suoi insegnamenti e dei suoi
scritti. Per fare solo un esempio, attualmente più
di 500 comunità contemplative, maschili e femminili,
di molti Paesi del mondo, sono cooperatrici dell'Opus
Dei e ne appoggiano il lavoro di apostolato con la loro
costante preghiera.
La
storia personale di mons. Josemaría Escrivá
e quella dell'istituzione da lui fondata sono contrassegnate
dalla comunione ecclesiale, che è una caratteristica
distintiva della biografia dei santi che "incarna
e manifesta l'essenza stessa del mistero della Chiesa"
e che ne rappresenta "il cuore" in quanto pegno
della carità (Novo Millennio ineunte, n. 42). Il
Papa invita tutti i cristiani a "fare della Chiesa
la casa e la scuola della comunione" (n. 43), anche
con i fatti.
E
con le canonizzazioni ci offre un esempio eloquente di
quella spiritualità di comunione. Sì, perché
contemplando un santo ci riesce naturale vederlo come
un "fratello di fede nell'unità profonda del
Corpo mistico, dunque, come 'uno che mi appartiene' (
),
come un "dono per me' " (n. 43): e la consapevolezza
di avere ricevuto tale dono desta nel nostro cuore sentimenti
di gratitudine a Dio ed alla Chiesa.