Informazione
e falsificazione
Alcuni
anni fa, in un divertente varietà televisivo, Renzo Arbore
soleva fare una satira contro i messaggi pubblicitari che stravolgono
la volontà dei sempliciotti inducendoli a comprare prodotti
dei quali non hanno affatto bisogno.
Un
gruppo di ballerine brasiliane si scatenava, con i costumi colorati del
Carnevale di Rio, in un samba allegro, appositamente scritto per fare
la pubblicità ad un fantomatico “cacao
meravigliao, lo sponsorao della nostra trasmissao” (alle
parole italiane veniva cambiata la sillaba finale in
“ao” di Sao Paulo per una sorta di traduzione in
“brasiliano” e dare così un senso di
autenticità).
La canzone ebbe un successo oltre misura, al punto che molte persone
chiesero nei negozi questo fantomatico “cacao” e
rimasero delusi apprendendo che non esisteva. Ne approfittò
un commerciante che registrò a suo nome il marchio
“cacao meravigliao” con l’etichetta che
appariva in televisione pensando così di fare un mucchio di
soldi con la vendita del cacao sfruttando questa pubblicità
gratuita. Ne scaturì una causa in tribunale.
Oggi
assistiamo ad un caso simile nel campo dell’editoria. Il
libro è un thriller “Il Codice Da Vinci”
di Dan Brown, editore Mondadori, 523 pagine, euro 18, 60,
più di 30 milioni di copie vendute, un affare di centinaia
di milioni di euro! Altro che “cacao meravigliao”!
“Il
Codice Da Vinci - commenta la Prelatura dell’Opus Dei di New
York - è un’opera di fantasia. Malgrado il taglio
dato alla campagna promozionale del libro e il suo intento di
presentarsi come autentico sapere scientifico, la verità
è che il romanzo distorce i dati storici sul Cristianesimo e
sulla Chiesa Cattolica e dà un quadro completamente irreale
dei membri dell’Opus Dei e della loro vita.
Per
esempio il Codice Da Vinci presenta come vera l’assurda
affermazione che l’imperatore Costantino nel IV secolo abbia
inventato la dottrina della divinità di Cristo, mentre
già il Nuovo Testamento e gli scritti della primitiva
comunità cristiana manifestano la loro fede nella
divinità di Gesù.
Analogamente,
il romanzo afferma che fu Costantino a scegliere di inserire i 4
Vangeli nella Bibbia, quando è noto che erano già
da molto tempo considerati come autentici. Il Codice Da Vinci
dà inoltre una bizzarra e distorta immagine
dell’Opus Dei. Le numerose inesattezze vanno dai semplici ed
evidenti errori all’indegna e falsa rappresentazione di
comportamenti criminali e patologici.
Per esempio il romanzo descrive membri dell’Opus Dei che
praticano macabre mortificazioni corporali, che uccidono persone;
afferma che la Prelatura usa mezzi di coercizione e il lavaggio del
cervello; fa credere che l’Opus Dei abbia narcotizzato i suoi
nuovi membri per indurli a nuove esperienze religiose, e insinua che
abbia prestato garanzie alla banca Vaticana in cambio del proprio
costituirsi in Prelatura personale. Tutte queste affermazioni sono
assurde e senza fondamento.
In
breve “Il Codice Da Vinci” è una
“fiction”: promuoverlo a qualche cosa in
più, sarebbe disonesto per i lettori del romanzo e
irrispettoso nei confronti della fede di milioni di cattolici e di
altri cristiani”.
E’
mai possibile che lo Stato non intervenga contro chi specula sulla
credulità della gente? Indubbiamente chi induce altri ad
acquistare cose che non gli servono procura loro un danno economico
perché la creazione di un bisogno diminuisce la ricchezza di
cui uno dispone. Ma il danno è ancora maggiore quando per
scopi puramente mercantili si induce altri a ritenere per vere cose che
non hanno né capo né coda. Il pensiero non
è più libero perché inficiato da false
informazioni. Una vera manipolazione delle menti che porta non soltanto
a un danno economico, ma anche a stravolgere il pensiero e la
facoltà di decidere correttamente.
La
cosa però ha in questo caso un aspetto di particolare
gravità in quanto manipola la storia e offende la Chiesa
Cattolica e tutti i cristiani. Con lo scopo di accendere negli animi
odio contro il cattolicesimo si cerca dì far passare per
vere certe fantasie da novella, si tenta di convincere che
ciò che è stato scritto osserva un rigore storico
che invece non c’è, si calunniano persone ed
istituzioni della Chiesa.
Se
le stesse falsità fossero state scritte contro altre
religioni non vi sarebbe stato un solo editore che avrebbe accettato
dì pubblicare il libro, ed alta sarebbe stata
l’indignazione. Purtroppo nella società che ha le
sue origini nel cristianesimo, e che conta gli anni a partire dalla
data di nascita di Gesù Cristo, per paura di apparire troppo
coerenti al proprio credo, come se il credere in ciò che uno
crede possa essere inteso come un sopraffare chi ha un credo diverso,
si preferisce tacere anziché ribellarsi per non apparire
troppo “ortodossi”.
La
libertà di scrivere ha dei limiti ben precisi nel non
offendere gli altri con affermazioni scientificamente false, e nel
rispetto della dignità di un popolo. In questo libro questi
limiti sono stati superati.
D’altro
canto gli ordinamenti giuridici di quasi tutti gli Stati prevedono il
reato di offese ad un Capo di Stato straniero, ed il Papa è
un Capo di Stato, per gli effetti dei Patti Lateranensi, inoltre, in
Italia l’offesa al Sommo Pontefice è equiparata
all’offesa dell'onore o del prestigio del Presidente della
Repubblica.