A proposito della causa di beatificazione di Monsignor Josemarìa Escrivà
Angelo
Card. Felici - Prefetto della Congr. per la Dottrina della Fede
Edward Nowak - Segretario della Congregazione delle Cause dei Santi
Come è noto, per il 17 maggio è prevista la cerimonia della beatificazione del Venerabile Servo di Dio Josemaría Escrivá de Balaguer. L'annuncio ha provocato gioia non solamente presso gli appartenenti all'Opus Dei, fondato dal Servo di Dio, ma in tutti coloro che sono venuti a conoscenza della sua spiritualità e della sua opera.
Non sono mancate, tuttavia, voci contrarie e ciò era prevedibile, considerata la diffusione dei membri dell'Opus Dei e dell'opera che essi svolgono a servizio della Chiesa. C'è stata anche qualche insinuazione sulla procedura seguita nel caso specifico dalla Congregazione delle Cause dei Santi. Tali insinuazioni sono prive di fondamento, come dimostra l'esatta conoscenza dell'iter della Causa, che si cercherà di esporre.
I. Fase d'introduzione
della causa
Dopo la morte del Sevo di Dio, avvenuta a Roma il 26 giugno 1975, la fama
di santità di cui aveva goduto in vita si andò sempre maggiormente
diffondendo. Nei cinque anni successivi, la postulazione poté raccogliere,
in due volumi di 428 e 390 pagine, molte testimonianze circa l'estensione
e il fondamento di tale fama. La medesima postulazione pubblicò un
altro volume con il resoconto firmato dagli interessati di 1.500 favori attribuiti
all'intercessione di Mons. Escrivá (al momento attuale, le relazioni
scritte di favori e grazie ricevute hanno raggiunto il numero di 70.000).
Inoltre, furono indirizzate al Santo Padre circa 6.000 lettere postulatorie, scritte, fra gli altri, da 69 Cardinali, 1.228 Vescovi e 41 Superiori Generali di Ordini e Congregazioni religiose, oltre ai numerosi Capi di stato e di governo, diversi dei quali avevano conosciuto personalmente il Servo di Dio o, perlomeno, adempivano alle condizioni previste dall'istruzione emanata dalla Congregazione dei Riti il 15 gennaio 1935.
Il motu proprio Sanctitas clarior, vigente dal 1969 al 1983, stabiliva - come del resto è previsto anche dalla normativa ora in vigore - che, per potere verificare la persistenza e il consolidamento della fama di santità, una causa non potesse avere inizio prima che fossero trascorsi 5 anni dalla morte del Servo di Dio. La causa di Mons. Escrivá ebbe inizio il 19 febbraio 1981, quindi entro i termini legali, previo il nulla osta della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione delle Cause dei Santi, confermato dal Santo Padre.
II. La fase
istruttoria
Circa la vita e le virtù del Servo di Dio, a partire dal mese di
maggio del 1981 e per 6 anni e mezzo furono istruiti contemporaneamente due
processi, uno a Roma e l'altro a Madrid, (quest'ultimo per i testi in lingua
spagnola).
Secondo la prassi allora vigente, i formulari degli interrogatori, assai particolareggiati, furono approntati dalla Congregazione per le Cause dei Santi, che ebbe presenti anche le critiche degli oppositori, le cui pubblicazioni contrarie al Servo di Dio le erano state consegnate dalla postulazione.
Furono tenute complessivamente 980 sessioni, con l'ascolto di 92 testi, tutti de visu, un terzo dei quali avevano frequentato Mons. Escrivá de Balaguer per periodi fra i quaranta e i vent'anni. L'ascolto di uno dei testi si protrasse per 60 udienze e le deposizioni processuali sono contenute in circa 11.000 pagine dattiloscritte. Inoltre, i documenti sono frutto delle ricerche eseguite in 390 archivi e sono raccolti in 11 volumi.
Oltr il 50% dei testi sono estranei all'Opus Dei e i tribunali hanno escluso anche alcuni ex membri del medesimo Opus Dei. Inoltre, la postulazione ebbe cura di segnalare i nomi di persone manifestamente contrarie alla causa e anche di proporre che alcune di esse fossero interrogate dai tribunali; per una di tali persone, il tribunale ritenne di doverla escludere dalla testimonianza, ritenendola inattendibile e inidonea a comparire dinanzi ad un tribunale ecclesiastico: la relativa decisione fu presa con l'approvazione espressa della Congregazione delle Cause dei Santi.
Una prova di
grande importanza per giudicare della santità di una persona viene
dai suoi scritti. Quelli del Servo di Dio Josemaría Escrivá
de Balaguer sono stati esaminati da quattro Teologi censori, due per gli scritti
editi e due per quelli inediti. Ecco alcuni dei loro giudizi:
- "Escrivá possiede la forza dei classici: la tempra di un Padre
della Chiesa";
- "resterà nella storia della spiritualità", "al livello delle grandi figure della Tradizione";
- "si può riconoscere che questi Scritti hanno precorso e anticipato le più importanti decisioni del Vaticano II ( ). Hanno presentato l'ideale della vita cristiana comune in un contatto diretto e fecondo col Vangelo quale finora non era mai apparso nella storia della Chiesa";
- "(gli scritti) documentano i vertici di vita mistica da lui raggiunti fin da giovanissima età";
- "l'esempio ed il messaggio de Fondatore dell'Opus Dei si impongono con l'evidenza di un dono dello Spirito Santo alla Chiesa";
Circa la documentazione presentata alcuni Consultori teologici si sono espressi nel modo seguente:
- "l'apparato probativo di questa Causa è di tale ricchezza che di più non si potrebbe desiderare";
- "lo studio degli atti processuali mostra l'ineccepibile rigore con cui fu condotta l'istruttoria";
- "abbiamo tra le mani una straordinaria quantità di dati che ci aiutano a maturare un giudizio sicuro su un personaggio di statura eccezionale";
- "la rigorosa e dettagliata documentazione di ogni minimo particolare non lascia nessuna zona d'ombra, e l'avere accolto qualche voce discorde conferisce solidità e credibilità all'intera esposizione";
- l'istruttoria appare esauriente: le notizie desumibili dal complesso delle deposizioni coprono l'intero arco della vita del Servo di Dio. Colpiscono soprattutto la qualità dei testi discussi e la lunga consuetudine che la maggior parte di loro ebbe con il Servo di Dio ( ). La convergenza e l'esplicitezza delle testimonianze sull'eroismo raggiunto dal Servo di Dio ha carattere probatorio definitivo.".
III. L'esame
da parte della Congregazione
L'ultima sessione del Tribunale ebbe luogo a Roma l'8 novembre del 1986.
Emanato il decreto sulla validità dei processi il 3 aprile 1987, fu
designato Relatore il Rev.mo P. Ambrogio Eszer, O.P. Immediatamente, un gruppo
di specialisti in teologia, diritto canonico e storia della Chiesa, con la
collaborazione di specialisti in informatica, si dedicò ad elaborare
la Positio super virtutibus, e cioè l'esposizione sistematica delle
risultanze del processo.
Nella presentazione di rito, il Relatore della Congregazione affermava: "Siamo giunti alla fondata persuasione della completezza di questa Positio: eventuali studi supplementari non porterebbero arricchimenti significativi al giudizio che i Rev.mi Consultori possono desumere dal materiale qui presentato in ordine ad una valutazione sicura dell'esercizio eroico delle virtù da parte del Servo di Dio".
La Positio fu consegnata alla Congregazione nel giugno del 1988 e venne da questa affidata allo studio dei Consultori teologi nel mese di marzo del 1989. Tale lasso di tempo non costituisce un'eccezione, soprattutto se si tiene presente che la causa disponeva già di ben due processi circa presunti miracoli.
Dopo altri 6 mesi, vale a dire il 19 settembre 1989, ebbe luogo il Congresso peculiare dei Consultori, presieduto dal Promotore Generale della Fede. I Consultori teologi, in conformità con il Regolamento, sono stati designati dal Segretario del Dicastero d'intesa con il Promotore della Fede, sentito anche, attesa l'importanza della causa, il Cardinal Prefetto.
Per rispetto alle proprie funzioni, per la trasparenza della Causa e per giustizia verso gli Attori, la Congregazione doveva preoccuparsi di assicurare un giudizio oggettivo ed imparziale, non inquinato da considerazioni estranee alla Causa stessa. Due consultori hanno espresso parere sospensivo. Le loro argomentazioni sono state esaminate dal Relatore, il quale ha dato ampie ed esaurienti delucidazioni. Secondo una deliberazione della Congregazione delle Cause dei Santi, presa in Congresso nel 1986, uno dei voti sospensivi non è stato pubblicato perché il suo autore non ha partecipato alla discussione dei Consultori.
Ecco alcuni giudizi degli altri Consultori teologi:
- "considero provvidenziale che la Causa di questo Servo di Dio giunga a conclusione in un tempo eccezionalmente rapido, a meno di 15 anni dalla sua morte, perché dinanzi ai gravi fenomeni di cui siamo dolorosamente spettatori si erga questa figura di apostolo intrepido e fedelissimo alla Chiesa. Tutte le difficoltà che in un primo momento mi sembrava di intravedere, e che potevano suscitare qualche perplessità, le ho viste sciogliersi come neve al sole";
- "si rimane ammirati di fronte alla figura poliedrica e gigantesca del Servo di Dio e viene spontaneo ringraziare la Provvidenza che abbia riservato a questo secolo, che volge al termine, la presenza di un sacerdote e fondatore che incarnasse pienamente uno degli insegnamenti fondamentali del Vaticano II, cioè la vocazione universale alla santità, e ne divenisse un apostolo ed un esemplare incomparabile";
- "l'opportunità viene richiesta dai benefici ecclesiali che verranno dal proporre una figura che, come il Servo di Dio, ha diffuso nella Chiesa un messaggio di santificazione nella realtà quotidiana proprio per la gente comune: in una società secolarizzata come la nostra, il richiamo al valore del lavoro in unione con Cristo come cammino di santità ci sembra non solo opportuno, ma pastoralmente necessario".
Un altro Consultore,
dopo essersi soffermato sull' "utilità e interesse della Chiesa
universale per una sua eventuale glorificazione conclude:
- "(si tratta della causa) di un nostro contemporaneo, che s'impone tra
quelle che, oltre ad avere già pronti i processi sui miracoli, fanno
maggiormente risaltare ila presenza della santità eroica in tutti i
paesi e fra le diverse categorie di persone".
Ed un altro:
- "credo che il Servo di Dio sia un grande dono fatto da Dio alla Chiesa
del nostro tempo (
). Vedo in lui un grande maestro di vita spirituale
non solo per i fedeli, quale antesignano della vocazione universale dei fedeli
alla santità, ma anche del clero e dei religiosi in quest'epoca piuttosto
critica della vota della Chiesa".
La Congregazione
Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi nella seduta del 20 marzo 1990 si pronunciò
all'unanimità sulla eroicità delle virtù.
Circa il tempo relativamente breve in cui si è giunti alla discussione
sull'eroicità delle virtù, è da rilevare che la normativa
attualmente vigente non stabilisce alcun lasso fra la morte del Servo di Dio
e tale discussione, mentre la normativa precedente prevedeva che fossero trascorsi
almeno 50 anni.
Anche con la precedente disciplina , nodimeno, erano state concesse delle dispense: così la Santa Francesca Saveria Cabrini fu beatificata 21 anni dopo la morte, e la beatificazione di Santa Teresa del Bambin Gesù ebbe luogo a 25 anni dalla sua scomparsa.
IV. La dichiarazione
del miracolo
L'asserito miracolo presentato per la beatificazione si era verificato
nel 1976 e il relativo processo fu istruito dalla Curia diocesana di Madrid
nel 1982.
L'adunanza della Consulta medica sull'asserito miracolo ebbe luogo il 30 giugno 1990. E' stato detto che uno dei medici della Consulta era legato all'Opus Dei. In ciò non vi è nulla di singolare: avviene, infatti, che anche quando si tratti di esaminare l'eroicità delle virtù di un Servo di Dio, un membro dell'Ordinazione o Congregazione alla quale egli ha appartenuto sia tra i Consultori.
Nel caso del miracolo assistono alla seduta dei Medici il Segretario e il Sottosegretario del Dicastero, il Promotore generale della Fede ed un Ufficiale incaricato "ad hoc". D'altra parte, tanto i Medici quanto coloro che assistono alla seduta, così come i Consultori teologi, sono legati dal giuramento che è garanzia di oggettività. Anche il successivo Congresso di Consultori teologi, il 14 luglio 1990, si pronunciò all'unanimità sull'autenticità del miracolo, così come fece poi la Congregazione dei Cardinali e dei Vescovi.
Vorremmo porre fine a queste note, ripigliando la conclusione del voto del Promotore della Fede come esito di una prolungata e approfondita disamina in seno al Congresso peculiare di Teologi per l'esame delle virtù eroiche: "ritengo, sulla base delle testimonianze processuali, che la prova più solida dell'autenticità dell'elevato grado di vita mistica cui pervenne il Servo di Dio venga proprio dal suo diuturno sforzo di identificazione con la volontà divina e da quell'umiltà che dopo cinquant'anni di sacerdozio intensamente vissuto, faceva si che egli si considerasse ancora come un bambino che balbetta".
Infine, riteniamo doveroso segnalare che prima di procedere alla beatificazione, il Santo Padre ha voluto affidare ad una speciale Commissione il compito di verificare se si poteva procedere tranquillamente a tale beatificazione.
Detta Commissione, dopo matura riflessione, ha dato al Santo Padre parere favorevole per la prevista celebrazione.
ANGELO Card.
FELICI
EDWARD NOWAK