Pellegrini e diversi
A ogni santo la sua folla: i trecentomila che oggi affollano Roma per la canonizzazione di Escrivà de Balaguer sono parenti stretti, ma non sempre conviventi con gli altri trecentomila che vennero il 16 giugno per Padre Pio.
Stavolta si abbassa l'età media, si alza il livello sociale e culturale, l'Italia non ha più la schiacciante maggioranza che ebbe allora. Avremo una folla più disciplinata e meglio organizzata. I volontari che guidavano i pellegrini di giugno erano 1.200, quelli di oggi sono 1.850.
Le due moltitudini per metà risulteranno gemelle e per metà divergeranno. La folla di Padre Pio era tutta di tipo parrocchiale e popolare, quella di oggi lo è solo per metà. L'altra metà è composta di giovani (soprattutto studenti medi e universitari) e di famiglie del ceto professionale e impiegatizio. Anche per Padre Pio c'erano tanti insegnanti, commercianti, e liberi professionisti, ma erano presenti come singoli, stavolta invece sono gruppi organizzati.
Non mancava neanche - il 16 giugno - l'area giovanile. Ma erano gruppi di scouts e di ragazzi delle parrocchie, e potevano rappresentare il 10% dell'insieme. Stavolta invece gli organizzatori annunciano un 40% di ragazzi, tra i 15 e i 30 anni, che vengono da scuole e università dell'Opus Dei. Ma non mancheranno gli anziani: «Credevamo di essere tutti giovani, ma questo raduno ci ha fatto scoprire che anche nell'Opus si invecchia!», scherza il portavoce per l'Italia, Giuseppe Corigliano.
In
piazza San Pietro c'era posto per 450 malati e disabili in carrozzella, ma
oggi ce ne saranno un centinaio in più.
La componente popolare della folla di oggi viene, oltre che dalle parrocchie
dell'Opus (a Roma tre su 330), dalle parrocchie affidate a sacerdoti dell'Opus
(nel mondo, 2.000) e dalle opere sociali gestite da aderenti all'Opus: dispensari,
infermerie, ospedali, ospizi, centri di assistenza di ogni tipo nel Sud del
mondo.
Per portare a Roma i più poveri, in ogni nazione si è organizzato un fondo di solidarietà. Grazie a esso è probabile che oggi, in piazza San Pietro, vi sia una frangia di poverissimi, più poveri - per così dire - degli ultimi tra i devoti di Padre Pio che vennero in giugno.
Infine la nazionalità: in giugno c'era una folla per oltre due terzi italiana, stavolta invece gli italiani saranno un terzo: un altro terzo viene dal resto d'Europa e altrettanti dal resto del mondo. Oggi ci sarà più varietà di nazioni: l'Opus è presente in oltre cento paesi e la folla di oggi viene da 84 tra essi. Le nazioni più rappresentate, dopo l'Italia, sono: Spagna, Francia, Stati Uniti, Messico, Germania, Brasile, Polonia e Filippine.
I «figli» di Escrivà tendono ad avere un aspetto inappuntabile, mentre i devoti di Padre Pio sono quanto di più popolare e francescano si possa immaginare. Ma l'Opus non è lontana dalla povertà. Il fondatore, che oggi viene proclamato santo, esortava i suoi ad «acquisire tutto il prestigio professionale possibile», ma li spingeva anche a «mettere Cristo in mezzo ai poveri».