Il mio punto di vista sull'Opus Dei
Ho letto con piacere la lettera intitolata "Per favore smettete di perseguitare l'Opus Dei", scritta dal Sig. Tony Nathan (Catholic News, 19 aprile).
Voglio sia ben chiaro a tutti che non sono ufficialmente associato all'Opus Dei in alcun modo, non essendo né membro, né associato, né cooperatore o altro. Come "non membro", non ho alcun interesse particolare ad intessere le lodi di questa organizzazione.
Nonostante la mia non appartenenza, tuttavia, ho partecipato a varie attività formative dell'Opus Dei, ritiri, etc., ed i pareri che esprimo in questa lettera sono basati sulla personale osservazione di queste attività.
Dai miei contatti con gli oppositori dell'Opera, comprendo che essi muovono due principali critiche all'organizzazione: il suo presunto "conservatorismo" e il suo presunto "spirito elitario".
L'Opus Dei (o "l'Opera" come è sovente chiamata) è conservatrice? Si, se con questa parola si intende affermare che l'Opus Dei "conserva" e preserva ciò che di buono e giusto c'è nella Chiesa. No, se si intende affermare che l'Opus Dei è fuori moda e al di fuori della realtà. Io preferirei definire l'Opera come ortodossa.
Ciò che è chiaro è che l'Opus Dei è fermamente e senza compromessi fedele al Magistero ed alla Tradizione della Chiesa. Ciò che la Chiesa Cattolica insegna, l'Opus Dei insegna.
La dottrina proposta dall'Opera è la medesima che si può trovare nel Catechismo, nei documenti conciliari, nelle Encicliche, nella Sacra Scrittura, etc.. Seconda la mia umile opinione, chiunque si trovi in disaccordo con l'insegnamento dell'Opus Dei è parimenti in disaccordo con l'insegnamento della Chiesa Cattolica.
Quanto al presunto spirito "elitario" dell'Opus Dei, penso si tratti di un'arbitraria ed infondata accusa. E' vero che nelle fasi preliminari del loro apostolato, i membri dell'Opera svolgono un onesto lavoro di relazione nei campus universitari (è stato questo, infatti, il modo in cui li ho conosciuti!).
Ma
la ragione per la quale essi fanno questo non è perché siano
elitari o snob, ma semplicemente perché un buon numero di membri studia
o lavora esso stesso nell'Università.
Perciò, mescolarsi agli studenti è per essi la cosa più
naturale da farsi. Questo è ciò che è chiamato "Apostolato
dell'Amicizia".
Ogni organizzazione deve iniziare da qualche parte, e la maniera più naturale per crescere è di avvicinare i propri amici, colleghi e simili alla medesima.
Ma lo scopo ultimo dell'Opus Dei è cattolico ed universale come quello del Concilio Vaticano II: entrambi mirano alla santificazione di tutte le anime in armonia con l'esortazione di San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi (4: 3 - 4):" Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto".
Il seguente piccolo aneddoto aiuterà a dimostrare che l'Opus Dei non è ristretto ai professionisti ed intellettuali, ma è aperto a tutti indistintamente:
"Silvio (Ospina) apparteneva ad una cooperativa di tassisti denominata la "Società di San Pietro", con 420 membri, che egli invitava al ritiro mensile presso la Scuola Superiore Los Alcazares. Erano così tanti i taxis che si riunivano all'ingresso della scuola che gli abitanti del posto credevano che l'Opus Dei avesse qualcosa a che fare con i tassisti." (Viaggio al termine della speranza", Jose Luis Olaizola, p. 129).
Per adoperare le succinte parole del summenzionato Silvio Ospina, "l'Opus Dei è per tutti" (ibid).
Nella maggior parte dei casi, ho assistito ad attacchi lanciati contro l'Opus Dei da persone che non si sono mai prese la briga di conoscere l'organizzazione, i suoi membri, le attività e lo spirito.
Essi sono venute a sapere delle "bizzarre" pratiche di questo gruppo "segreto" attraverso persone che avevano saputo da altre persone che avevano saputo da altri, etc. (in altre parole, la loro "conoscenza" è basata sul sentito dire).
Il Fondatore dell'Opus Dei, il Beato Josemaria Escriva, ha dei buoni e pratici consigli per quelli di noi che sono molto zelanti nel giudicare e nel condannare:
- "Cretinate!", commenti in tono sprezzante. Le conosci? No? - Allora come fai a parlare di cose che non sai? - (Josemaria Escriva, Solco, 915).
Non mi sorprende che l'Opus Dei sia diffamata dai media. Allo stesso modo in cui Nostro Signore fu incompreso ed ingiustamente condannato (Giovanni 1:10 - 11 e Matteo 10:25), dobbiamo aspettarci che il mondo tratti i fedeli cattolici.
Ciò che sorprende (e addolora) è che l'Opus Dei, organizzazione caratterizzata dalla fedele adesione al Vangelo, sia stata attaccata anche in seno alla Chiesa!
Nei sette anni in cui ho frequentato le attività formative dell'Opera, non ho appreso altro che la pura saggezza e dottrina della Chiesa e dei santi. Oltre alla dottrina, mi è stata insegnata l'importanza della Messa quotidiana, il Santo Rosario, la Sacra Scrittura e la lettura spirituale, l'orazione quotidiana, le visite al Santissimo Sacramento, le comunioni spirituali, la confessione periodica, etc.
Al contrario, non ho scoperto alcuna attività o tentativo settario di lavaggio del cervello e di trasformazione in un qualsivoglia tipo di automa!
Desidero concludere con un altro gentile consiglio del Fondatore:
"Abituati a parlare cordialmente di tutto e di tutti; in particolare di quanti lavorano al servizio di Dio. E quando non è possibile, taci!: anche i commenti bruschi o superficiali possono sconfinare nella mormorazione o nella diffamazione.".
Ringrazio Dio di avere incontrato l'Opus Dei all'inizio della mia conversione nel 1991!