Risposta
ad alcune domande frequenti
Pubblichiamo
di seguito un contributo in cui Massimo Introvigne, Direttore
del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), risponde
alle domande più frequenti circa il Codice
Da Vinci.
D
- Il Codice Da Vinci è solo un romanzo: perché
criticarlo come se fosse unopera storica?
R
- Chi pone questa domanda di solito non ha letto la
pagina de Il Codice Da Vinci intitolata Informazioni storiche,
dove lautore Dan Brown afferma che «tutte
le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute
in questo romanzo rispecchiano la realtà»
e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975,
presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono
state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers
Secrets» con la storia del Priorato di Sion. Forse
in risposta alle molte controversie, a partire dalla sesta
ristampa la pagina Informazioni storiche - pagina 9 delledizione
italiana Mondadori - era sparita, sostituita da una pagina
9 interamente bianca: ma naturalmente rimaneva nelledizione
inglese, e nelle prime sei tirature italiane in possesso
di un numero relativamente ristretto di «fortunati».
Forse dopo che chi scrive ha fatto reiteratamente notare
la curiosa sparizione di pagina 9 in Italia nel corso
di trasmissioni radiofoniche e televisive, questa è
«miracolosamente» ricomparsa.
D
- Ma queste pergamene, note come Les Dossiers Secrets,
esistono davvero?
R
- Presso la Bibliothèque Nationale di Parigi
sono stati non «scoperti» ma depositati nel
1967, non nel 1975, Les Dossiers secrets de Henri Lobineau.
Non si tratta di pergamene ma di testi che parlano del
modo di interpretare certe pergamene, le quali non erano
allora né sono adesso alla Biblioteca Nazionale
di Parigi, ma erano state consegnate da Pierre Plantard
(1920-2000), insieme a un suo manoscritto, a un autore
di libri popolari sui «misteri della Francia»,
Gérard de Sède (1921-2004), che avrebbe
poi rielaborato e pubblicato il manoscritto come LOr
de Rennes ou la Vie insolite de Bérenger Saunière,
curé de Rennes-le-Château (Julliard, Parigi
1967). Oggi le pergamene (ammesso che si tratti proprio
di quelle) sono in possesso di Jean-Luc Chaumeil, un controverso
autore francese di libri sull'esoterismo che afferma di
averle ricevute da Plantard negli anni 1970, mentre Les
Dossiers secrets si trovano ancora alla Biblioteca Nazionale
di Parigi.
D
- Le pergamene e i Dossier secrets sono autentici
documenti sulla storia dellantico Priorato di Sion?
R
- È assolutamente certo che sia Les Dossiers
secrets sia le pergamene sono documenti falsi compilati
nello stesso anno 1967, e tutte le persone coinvolte nella
falsificazione lo hanno ammesso, sia pure dopo qualche
anno. Gérard de Sède, che li ha fatti conoscere
per primo nel suo libro LOr de Rennes in unopera
pubblicata ventanni dopo li definiva «apocrifi»
ispirati da un «sensazionalismo mercantile»
(G. de Sède, Rennes-le-Château. Le dossier,
les impostures, les phantasmes, les hypothèses,
Robert Laffont, Parigi 1988, p. 107), e sosteneva perfino
di avere disseminato ne LOr de Rennes sufficienti
indizi perché un lettore attento potesse leggere
tra le righe che si trattava di falsi (ibid., p. 108).
Secondo Gérard de Sède le pergamene erano
state fabbricate da Philippe de Chérisey (1925-1985),
un marchese attore di sceneggiati televisivi e appassionato
di enigmistica.
In
effetti, de Chérisey non solo ha ripetutamente
ammesso di avere confezionato queste pergamene, sia in
lettere sia in testi pubblicati a stampa (Circuit, presso
lAutore, Liegi 1968; LOr de Rennes pour un
Napoléon, presso lAutore, Parigi 1975; LÉnigme
de Rennes, Parigi 1978), ma a partire già dall8
ottobre 1967 (come attesta una lettera del suo avvocato
B. Boccon-Gibod, cortesemente trasmessa a chi scrive dal
ricercatore inglese Paul Smith) si è mosso - sostanzialmente
senza ottenere soddisfazione fino alla morte - perché
gli venisse riconosciuto il compenso pattuito e mai pagato
da Pierre Plantard e dallo stesso de Sède. Infine,
anche il terzo dei tre moschettieri coinvolti nella mistificazione,
Pierre Plantard, ha ammesso che i documenti sono falsi.
Nellaprile
1989 sul numero 1 della seconda serie della sua rivista
Vaincre Plantard si fa intervistare e dichiara che Les
Dossier secrets (che sono firmati da un certo «Philippe
Toscan du Plantier») sono documenti falsi fabbricati
da Philippe de Chérisey e da Philippe Toscan du
Plantier, che sarebbe stato un suo giovane discepolo che
agiva però sotto linflusso dellLSD
(Noël Pinot, «LInterview de M. Pierre
Plantard de Saint-Clair», Vaincre [2a serie], n.
1, aprile 1989, pp. 5-6). È possibile che in realtà
non esistesse nessun «Philippe Toscan du Plantier»
e che co-autore dei falsi con de Chérisey sia Plantard
stesso. Ma lessenziale è che tutti e tre
gli autori dei Dossier secrets e degli altri «documenti»
depositati negli stessi anni alla Biblioteca Nazionale
di Parigi abbiano ammesso la loro natura di falsi, pubblicamente
e per iscritto.
D
- Ma che cosa contenevano di tanto interessante Les
Dossiers secrets e perché secondo Dan Brown confermano
lessenziale de Il Codice Da Vinci?
R
- Secondo Les Les Dossiers secrets de Henri Lobineau
(tra parentesi, anche «Henri Lobineau» è
un nome inventato dai tre moschettieri di cui sopra) i
legittimi pretendenti al trono di Francia sono tuttora
i Merovingi, detronizzati nel 751 dai Carolingi. E, contrariamente
a quanto si crede, i Merovingi non sono estinti ma hanno
discendenti ancora viventi, lultimo dei quali era
nel 1967 Pierre Plantard, che dunque era lunico
vero pretendente al ruolo di re di Francia (sintende,
in caso di unimprobabile restaurazione monarchica).
Per proteggere dai Carolingi e poi da altri nemici i discendenti
dei Merovingi sarebbe nata una società segreta,
il Priorato di Sion, che - sempre secondo i documenti
falsi depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi negli
anni 1960 - avrebbe avuto come Gran Maestri alchimisti
ed esoteristi come Nicolas Flamel (ben noto anche ai lettori
dei romanzi della serie Harry Potter, ma personaggio storico
nato nel 1330 e morto nel 1418), Robert Fludd (1574-1637)
e il principale originatore della leggenda dei rosacroce,
Johann Valentin Andreae (1586-1654), nonché scienziati
come Leonardo da Vinci (1452-1519) e Isaac Newton (1642-1727).
Gli ultimi Gran Maestri sarebbero stati gli scrittori
Charles Nodier (1780-1844) e Victor Hugo (1802-1885),
il musicista Claude Debussy (1862-1918), il poeta e drammaturgo
Jean Cocteau (1889-1963) e monsignor François Ducaud-Bourget
(1897-1984), un sacerdote legato allo scisma di monsignor
Marcel Lefebvre (1905-1991), che avrebbe trasmesso la
carica a Plantard. Per puro caso la verità sul
Priorato di Sion e le famose pergamene, nascoste nella
chiesa parrocchiale di un un paesino francese di meno
di cento abitanti nel dipartimento dellAude, ai
piedi dei Pirenei orientali, Rennes-le-Château,
sarebbero state scoperte nel 1897 dal parroco del paese,
Berenger Saunière (1852-1917), che grazie alla
conoscenza del segreto sarebbe entrato in relazione con
gli ambienti esoterici e politici dellepoca e sarebbe
diventato favolosamente ricco.
D
- Un momento: nel Codice Da Vinci il punto essenziale
è che i Merovingi, protetti dal Priorato di Sion,
non sono solo i legittimi pretendenti al trono di Francia
ma sono i discendenti dei figli nati dal matrimonio fra
Gesù Cristo e Maria Maddalena. Di questo Les Dossiers
secrets e gli altri documenti non parlano?
R
- No, non ne parlano affatto. La parte della storia
relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce
tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato
di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che
aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers
(in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome
di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari
su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo
attore e documentarista inglese entra in contatto con
il trio de Chérisey - Plantard - de Sède
e decide di riscrivere la storia de LOr de Rennes
in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese,
presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla
BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato
nel 1982 con laiuto di Michael Baigent e Richard
Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano
nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano).
Lincoln
si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente
al trono di Francia è di scarso interesse per il
pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto
da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche
francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997),
una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain
aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des
templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che
Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo
legalmente sposato, e identificava questa «concubina»
in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del
matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con
quella dei Merovingi di Plantard e «rivela»
che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti,
ben al di là della rivendicazione del trono di
Francia, perché discendono da Gesù Cristo
e dalla Maddalena.
D
- Ma Lincoln sapeva che i documenti erano falsi?
R
- Sì: non solo perché nellambiente
delle organizzazioni esoteriche dove si era introdotto
in Francia lo sapevano più o meno tutti, ma perché
glielo aveva detto Philippe de Chérisey, come risulta
da lettere di questultimo (alcune riprodotte in
Pierre Jarnac, Les Archives de Rennes-le-Château.
Tome 2, Belisane, Nizza 1988). In effetti il punto debole
de Il Santo Graal è proprio che troppe persone
conoscono lorigine spuria dei documenti su cui si
fonda. Così, dopo avere trattato direttamente con
de Chérisey dietro le spalle di Plantard, poi avere
rinnegato anche il marchese-attore, nel 1986 Lincoln e
soci procedono brutalmente alla «bonifica»
o «de-plantardizzazione» del Priorato di Sion
con The Messianic Legacy (in italiano Leredità
messianica, Tropea, Milano 1996).
Presentano
come grande scoperta quello che in un certo ambiente francese
tutti sanno: Plantard è un mistificatore (anche
se forse non soltanto un mistificatore) e molti dei documenti
sono falsi. Ma altri, insistono gli inglesi, sono veri:
forse non è Plantard lultimo discendente
di Gesù Cristo e il vero Priorato di Sion non è
il suo, ma comunque esistono discendenti del matrimonio
fra Gesù Cristo e la Maddalena, lo sono stati i
Merovingi, e cè un «vero» Priorato
di Sion che sta dietro a molte vicende contemporanee:
la P2, lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo scisma di
monsignor Lefebvre, le vicende della mafia italiana e
tante altre, in un tour de force che fa girare la testa
al lettore e le cui componenti hanno in comune solo unavversione
quasi patologica al «Vaticano» e alla Chiesa
cattolica.
D
- E Il Codice Da Vinci deriva da Il Santo Graal?
R
- Ne deriva tanto direttamente che due degli autori
de Il Santo Graal, Baigent e Leigh - offesi anche perché
Brown, a loro dire, avrebbe aggiunto le beffe al danno
chiamando il cattivo della storia Leigh di nome e Teabing
(unanagramma di Baigent) di cognome - hanno avviato
nellottobre 2004 unazione legale contro Dan
Brown accusandolo di avere nella sostanza copiato il loro
libro (dove ci sono già il collegamento con la
cappella di Rosslyn, la chiesa di Saint-Sulpice, lidea
che il Santo Graaal sia il Sang réal, cioè
una persona che ha in sé il sangue di Gesù
Cristo). Lincoln «ha deciso di non partecipare allazione
per la violazione del diritto dautore a causa delle
sue cattive condizioni di salute, ma dichiara di sostenerla»
(Elizabeth Day, «Da Vinci Code Bestseller Is Plagiarism,
Authors Claim», The Sunday Telegraph, 3 ottobre
2004). Il 6 aprile 2006 Brown ha vinto il caso per una
ragione tecnica: in base alla legge inglese è lecito
utilizzare per un romanzo materiale tratto da unopera
storica, non importa se di pessima qualità,
e Baigent, Leigh e Lincoln hanno sempre sostenuto che
il loro era un saggio storico e non unopera
di fiction. Peraltro la sentenza (di cui si veda il testo
integrale) ha confermato sia che Il Codice da Vinci si
è ampiamente ispirato a Il Santo Graal, sia che
questultimo si basa sulla complessa mistificazione
di Plantard. Si legga anche la significativa autobiografia
depositata da Dan Brown come memoria nel processo.
D
- Non potrebbe avere ragione Leredità
messianica, nel senso che documenti falsi sono stati fabbricati
per corroborare una storia vera? Cominciando dallinizio,
il Priorato di Sion esiste?
R
- Esiste certamente. È stato fondato il 7 maggio
1956 ad Annemasse da Pierre Plantard con statuti regolarmente
depositati presso la Sotto-Prefettura di Saint-Julien-en-Genevois
con il nome completo di Priorato di Sion - C.I.R.C.U.I.T.
(Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione
Indipendente Tradizionalista). Gli statuti allarticolo
3 danno anche conto delle origini del nome, il quale deriva
non da Gerusalemme ma dal Monte Sion, una montagnola presso
Annemasse, dove si intende realizzare «un PRIORATO
che servirà da centro di studio, meditazione, riposo
e preghiere» per uno dei tanti ordini esoterici
che proliferavano in Francia allepoca. Del resto,
il Priorato di Sion riprendeva lo schema di altre organizzazioni
che Plantard aveva fondato fin da quando aveva 17 anni
nel 1937 con il nome rispettivamente di Union Française,
Rénovation Nationale Française e Alpha Galates.
Con queste organizzazioni il Priorato di Sion aveva in
comune interessi politici (monarchici: Plantard era partito
da un interesse per lAction Française, ancorché
ad Annemasse si occupasse soprattutto di sostenere un
progetto di realizzazione di case popolari) e il fatto
di non avere mai superato la dozzina di membri. Comunque,
il Priorato di Sion fondato nel 1956 ad Annemasse esiste
ancora oggi, come minuscola organizzazione nel variegato
panorama degli ordini iniziatici francesi.
D
- Ma il Priorato di Sion non è stato fondato
da Goffredo di Buglione (1060-1100)?
R
- Negli anni 1960, quando preparava la falsificazione
dei Dossiers secrets, Plantard - che, come sappiamo, aveva
tratto il nome «Priorato di Sion» da una montagnola
sopra Annemasse dove pensava nel 1956 di installare una
casa per ritiri spirituali - ha ritrovato nella storia
delle Crociate (cui si è più volte ispirato
per le sue fantasie) una «Abbazia di Nostra Signora
del Monte Sion» fondata nel 1099 a Gerusalemme appunto
da Goffredo, divenuto re di Gerusalemme in seguito alla
Prima Crociata. La comunità di monaci dellabbazia
(e non «priorato», dal momento che il superiore
è chiamato abate e non priore) in Palestina continua
a esistere fino al 1291, quando è travolta dallavanzata
musulmana. I pochi monaci sopravvissuti si rifugiano in
Sicilia, dove la loro comunità si estingue nel
XIV secolo. Si tratta di una normale comunità monastica
senza alcun collegamento con i Templari, la Maddalena
o segreti esoterici il cui «recupero» da parte
di Plantard si risolve nel semplice riferimento a un nome.
D
- E i vari personaggi famosi - Leonardo da Vinci,
Newton, Victor Hugo - non hanno avuto relazioni con il
Priorato di Sion?
R
- Certamente no: né con quello di Plantard,
fondato nel 1956, e neppure con labbazia di monaci
fondata in Palestina, estinta nel XIV secolo. In realtà
Plantard ha ricavato il suo elenco di Gran Maestri del
Priorato di Sion dall'elenco di presunti Imperator, cioè
capi supremi, e "membri eminenti" dell'AMORC,
l'Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis, fondato nel 1915
negli Stati Uniti da Harvey Spencer Lewis (1883-1939)
e con esponenti della cui branca francese Plantard era
in contatto fin dagli anni 1940. Tranne Cocteau e monsignor
Ducaud-Bourget tutti i nomi di Gran Maestri del Priorato
di Sion si ritrovano, vedi caso, in genealogie mitiche
costruite da esponenti dell'AMORC (alcuni dei quali hanno
peraltro in seguito lasciato lo stesso AMORC). In verità
tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo
a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai
Templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone e
passano per personaggi famosi della storia, della letteratura
e dellarte. In genere i loro membri meno sprovveduti
sono consapevoli del carattere meramente simbolico e mitico
di queste genealogie.
D
- Ma Leonardo non ha lasciato tracce della sua conoscenza
del segreto del Priorato di Sion ne Lultima cena,
dove il personaggio raffigurato alla destra di Gesù
Cristo sembra proprio una donna?
R
- Lidea è stata definita «assurda»
da una delle maggiori specialiste contemporanee di Leonardo,
la professoressa Judith Veronica Field, docente alla University
of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society
(cfr. Gary Stern, «Expert Dismiss Theories in Popular
Book», The Journal News, 2 novembre 2003). Poiché
tuttavia nei quadri ognuno vede quello che vuole vedere,
più o meno suggestionato dalle letture che ha fatto,
è importante segnalare che se il personaggio raffigurato
da Leonardo alla destra di Gesù Cristo sia una
donna o un uomo non è poi così importante
per tutta la questione che ci occupa. Né è
necessario tornare sulla vexata quaestio se Leonardo fosse
eterosessuale, omosessuale o bisessuale, su cui ormai
esiste una vasta letteratura, e se il suo gusto per forme
maschili talora effeminate non costituisca a suo modo
un elemento di cui tenere conto in questa discussione.
Chi si affanna a discutere di questo problema si lascia
sfuggire lessenziale. Ammettendo - per assurdo -
che Leonardo pensasse che la persona seduta alla destra
di Gesù Cristo nellUltima Cena fosse una
donna, ci si deve ancora chiedere in che modo questo dimostri
che: (a) egli credeva che quella donna fosse la Maddalena;
(b) il fatto che Leonardo lo credesse prova che sia vero;
(c) la Maddalena ha partecipato allUltima Cena perché
era la moglie di Gesù Cristo; (d) i due hanno avuto
figli; (e) i quali avrebbero dovuto governare la Chiesa;
(e) e per preservare questa verità è nato
un ordine occulto, il Priorato di Sion; (f) del quale
faceva parte Leonardo. Come si vede, la strada da percorrere
è molto, molto lunga. Di tutti questi passaggi
non solo non ci sono prove ma si sa con certezza chi,
quando, dove e come ha inventato la leggenda del Priorato
di Sion.
D
- E le pergamene trovate dal parroco Saunière
a Rennes-le-Château e portate ad esaminare a Parigi,
in un viaggio in seguito al quale il parroco è
diventato miliardario?
R
- Non sono mai esistite pergamene (benché il
parroco, nel corso di lavori nella chiesa parrocchiale,
abbia trovato diversi reperti archeologici, esposti nel
Museo di Rennes-le-Château e che non hanno niente
a che fare con la Maddalena né con il Priorato
di Sion) e Saunière, che ha tenuto taccuini minutissimi
di che cosa faceva e quali somme spendeva giorno per giorno
(anchessi consultabili al Museo di Rennes-le-Château),
non è mai stato a Parigi in vita sua. Non è
neanche diventato miliardario, pur avendo potuto acquistare
alcune proprietà e costruirvi una villetta e una
torre-biblioteca. Questa non favolosa ma reale agiatezza
è stata spiegata nel corso di processi canonici
intentati a Saunière dal vescovo di Carcassonne,
monsignor Paul Félix Beuvain de Beauséjour
(1839-1930), i cui atti sono pure consultabili. Dal 1896,
Saunière prende la strada - illegale dal punto
di vista del diritto canonico e di quello civile, ma non
inventata da lui e per nulla misteriosa - del «traffico
di Messe».
Tra
il 1896 e il 1915 dai suoi taccuini si ricavano elementi
per concludere che egli ha ricevuto onorari per almeno
centomila Messe: cinquemila o seimila Messe allanno
negli anni doro. La documentazione esiste: parte
da lettere e annunci dove un «sacerdote povero»
domanda onorari per la celebrazione di Messe spediti a
conventi e privati o pubblicati su riviste pie in tutta
la Francia, nonché in Germania, Svizzera, Spagna,
Italia, passa per liste di centinaia di donatori più
volte sollecitati e arriva ai bollettini postali e ai
conti tenuti mese per mese. Lobiezione, secondo
la quale in unepoca in cui non era tollerato (a
differenza di oggi) cumulare diverse intenzioni per una
sola Messa era impossibile che Saunière potesse
celebrare cinquemila o seimila messe allanno non
mette in dubbio il traffico, ma semplicemente lonestà
del sacerdote: ed è unobiezione che si risponde
da sola. Molto semplicemente, il parroco di Rennes-le-Château
intascava regolarmente onorari per Messe che non avrebbe
mai celebrato.
D
- Ma a Rennes-le-Château non ci sono strani
simboli lasciati da Saunière, di tipo diabolico
o massonico, che confermano le sue frequentazioni esoteriche?
R
- Si tratta di pure fantasie. I lavori per il rifacimento
della chiesa parrocchiale sono stati commissionati da
Saunière nel 1896 a una ditta famosa, la H. Giscard
Père et Fils di Tolosa, che è la sola responsabile
del progetto. La H. Giscard, fondata nel 1885 e in cui
lavorano diversi membri della famiglia Giscard, è
una ditta che ha servito numerose parrocchie nonché
il Carmelo di Lisieux. La sua sede è oggi trasformata
in museo, ma il pronipote del fondatore, Joseph Giscard,
continua a lavorare come scultore. Lo stile convenzionale
dei Giscard è famoso in Francia e solo lignoranza
di alcuni dei diffusori della leggenda di Rennes-le-Château
ha potuto scambiare per sinistri o diabolici simboli che
si trovano in molte altre chiese: così il diavolo
che sorregge lacquasantiera (un diavolo, evidentemente,
sconfitto dallacqua santa) o la scritta sopra il
portale della parrocchiale Terribilis est locus iste (Genesi
28, 17) che deriva dalla visione della scala di Giacobbe.
Il tradizionalista vescovo di Carcassonne monsignor Félix-Arsène
Billard (1829-1901), che viene a vedere la nuova chiesa
in occasione di una missione popolare, nel giorno di Pentecoste
1897, certamente non ci trova nulla da ridire: e chi vede
nella Via Crucis della parrocchiale simboli «massonici»
dovrebbe riflettere sul fatto che molti simboli utilizzati
dalla massoneria sono stati corporativi e cattolici ben
prima di diventare massonici. I Giscard nellOttocento
sono piuttosto noti, e apprezzati nel mondo cattolico,
per il loro stile (fin troppo) convenzionale, del tutto
privo di singolarità e di sorprese.
D
- Si dice anche che il pittore Nicolas Poussin (1594-1655)
abbia raffigurato nel suo famoso quadro I pastori dArcadia
una tomba che si trova a Rennes-le-Château, dando
così un segnale della sua appartenenza al Priorato
di Sion e della conoscenza dei suoi segreti
R
- In un certo senso, fra le tante mistificazioni di
Rennes-le-Château questa è la più
divertente. La cosiddetta «tomba di Arques»
di cui si parla è stata fatta costruire nel 1932
(sostituendo una tomba precedente costruita nel 1903 e
che non assomigliava neppure vagamente a quella de I pastori
dArcadia) da Louis Bertram Lawrence (1884-1954),
un imprenditore americano di origine francese. Vi sono
state sepolte Emily Rivarès Lawrence (1863-1932)
e Marie Rivarès (1843-1922), rispettivamente madre
e nonna dellimprenditore, nonché due gatti
imbalsamati della stessa Marie Rivarès. Tutti i
documenti amministrativi relativi a queste costruzioni
e ricostruzioni sono tuttora esistenti. La tomba si può
anche ritenere vagamente ispirata al quadro seicentesco
di Poussin, del resto molto noto. Nel 1988 è stata
demolita dallattuale proprietario con lautorizzazione
del competente consiglio comunale, quello di Peyrolles,
stufo di vederla profanata da vandali alla ricerca di
segreti del Priorato di Sion. Comunque sia, Poussin non
poteva certo riprodurre nel XVII secolo una tomba costruita
nel 1932.
D
- Ammettendo che quella del Priorato di Sion sia una
mistificazione, non ci sono prove nei Vangeli «apocrifi»
o «gnostici» che Gesù Cristo avesse
sposato la Maddalena, e che la prima comunità cristiana
non pensasse affatto che fosse Dio? E non ha la Chiesa
cattolica per questo arbitrariamente scelto solo quattro
Vangeli «innocui» come canonici al Concilio
di Nicea del 325, appoggiata dalla forza delle armi dellimperatore
Costantino (280-337)?
R
- Niente affatto: ci sono testi del primo secolo cristiano
dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto
come Dio. Allepoca del Canone Muratoriano - che
risale circa al 190 d.C. - il riconoscimento dei quattro
Vangeli come canonici e lesclusione dei testi gnostici
era un processo che si era sostanzialmente completato,
novantanni prima che Costantino nascesse. Quanto
alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace
tanto a Dan Brown, ben lungi dallessere un testo
proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...]
si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria
deve andare via da noi! Perché le femmine non sono
degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco,
io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché
ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché
ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno
dei cieli» (Vangelo di Tomaso, 114). Certo, vi è
qui una nozione gnostica di androginia che non va presa
necessariamente alla lettera: ma siamo comunque ben lontani
dal femminismo. Né si parla di figli di Gesù
Cristo e della Maddalena.
Brown
insiste pure su un brano del cosiddetto «Vangelo
di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena
era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più
degli altri discepoli e la baciava sulla bocca».
Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore
nessun «Vangelo di Filippo» (questo titolo
è stato attribuito da studiosi moderni a un testo
che di titolo è privo), che la parola copta (questa
la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche
se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico)
tradotta con «compagna» ha una pluralità
di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca»
nel testo cè una lacuna, per cui la frase
suona «la baciava su
», e «sulla
bocca» è una congettura desunta dal fatto
che altri personaggi nello stesso testo e in testi della
stessa epoca ricevono «baci sulla bocca»,
a indicare una stretta comunanza spirituale. Ma queste
obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a
fronte del fatto che il cosiddetto «Vangelo di Filippo»
è piuttosto un catechismo gnostico di scuola valentiniana
del tardo II o del III secolo.
Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali
sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere
un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della
storia, fa già parte di una religione diversa e
separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa».
Una lettura completa del cosiddetto «Vangelo di
Filippo» mostra la contrapposizione radicale che
questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de
Il Codice Da Vinci, stabiliva fra il nostro mondo comè,
creato da un Dio minore e malvagio, e lideale mondo
degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti
del carattere decaduto e malvagio di questo mondo sono
la sessualità e la procreazione. Il rapporto che
Gesù ha nel testo con i discepoli e con la Maddalena
è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali,
e il «bacio» che ne è il simbolo sta
precisamente a indicare questo mondo alternativo.
D
- Il Codice Da Vinci lascia anche intendere che lOpus
Dei è una «setta» che è entrata
in conflitto con la Chiesa in quanto a conoscenza della
verità sul Priorato di Sion. Cè qualcosa
di vero?
R
- Anzitutto, nessuno può ricattare altri sulla
base della «verità sul Priorato di Sion»,
che è ben nota e documentata: si tratta di una
mistificazione che passa da Plantard a de Sède,
da de Sède a Lincoln, e da Lincoln a Dan Brown.
Quanto allOpus Dei (dove tra laltro non ci
sono «monaci», a differenza di quanto pensa
Dan Brown), si tratta di unistituzione non solo
canonicamente approvata e lodata dalla Chiesa cattolica,
ma il suo fondatore, Josemaría Escrivá (1902-1975),
è stato canonizzato come santo dal Papa nel 2002.
Le «informazioni» di Dan Brown provengono
da unassociazione di ex-membri e altre persone ostili
allOpus Dei, lOpus Dei Awareness Network,
esplicitamente menzionata nel romanzo, che è collegata
al più vasto «movimento anti-sette»
(le cui discutibili tesi sono ampiamente criticate altrove
su questo sito) e le cui faziose opinioni non sono in
alcun modo condivise dalla gerarchia cattolica.
D
- Ma come può un cumulo di sciocchezze avere
quaranta milioni di lettori?
R
- La questione è complessa sul piano sociologico.
Rimandando a un mio libro di prossima pubblicazione una
trattazione più ampia, mi limito a suggerire che
incontra e mette insieme due tipi di mode molto diffuse:
quella dei complotti e delle società segrete che
dominerebbero il mondo, e quella di un anti-cattolicesimo
sempre più manifesto e virulento.