Ambasciatore
Tou: ecco perché sono divenuto cattolico
La
spinta morale del confucianesimo non era sufficiente a
portare gioia; la meditazione buddista non vinceva la
solitudine: nel cristianesimo ha scoperto il colloquio
con Dio e lesemplare vita di tante persone. Per
questo, Chou Seng Tou, ambasciatore della Repubblica di
Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, il 17 aprile di questanno
si è fatto battezzare. Da quel giorno Chou Seng
Tou si definisce una persona nuova. Ora vorrebbe
lavorare per la libertà religiosa in Cina. La
differenza fra Taiwan e Cina sulla libertà religiosa
spiega - è forte. A Taiwan cè
chiara distinzione fra Stato e Chiesa. Ho avvertito i
miei superiori che ero divenuto cristiano solo dopo il
mio battesimo: lessere battezzato è una mia
decisione personale. Se io fossi stato ambasciatore della
Cina popolare, e fossi divenuto cristiano, mi richiamerebbero
subito a Pechino e magari mi metterebbero in prigione!.
LOn.
Tou è stato battezzato dal prelato dellOpus
Dei, mons. Javier Echevarria Rodriguez, nella sua parrocchia
di santEugenio. Erano presenti mons. Giovanni Lajolo,
ministro degli esteri e altre personalità
della Santa Sede e del mondo diplomatico a Roma.
D
- Quali sono i passi attraverso cui lei è giunto
alla fede cattolica?
R
- In passato ho sempre avuto legami con il mondo cristiano,
soprattutto protestante. Quando ero alla scuola media,
andavo spesso a una chiesa protestante, e facevo perfino
parte del coro. E ricordo che a 15 anni ho frequentato
un campo estivo con loro. Alla fine, mi ricordo che uno
dei responsabili ha domandato che chi era stato toccato
dalla vacanza facesse un passo avanti. Il mio compagno
di giochi mi ha spinto, ma io non ero stato toccato
per nulla e quella vacanza non mi aveva reso più
felice, o più in pace.
Nel
1962 mi sono sposato in una chiesa cattolica perché
mia moglie è cattolica. Talvolta ho accompagnato
mia moglie a messa, ma più per cortesia che per
fede. Ora però capisco che tutto è dentro
il disegno di Dio, anche il mio essere stato nominato
ambasciatore della Repubblica di Cina presso la Santa
Sede. Stare a Roma mi ha spinto a conoscere di più
la Chiesa cattolica; ma anche prima, subito dopo la nomina,
ho fatto lunghe visite a comunità e istituzioni
della Chiesa cattolica in Taiwan, girando tutte le diocesi.
Ovunque andavo rimanevo colpito ed emozionato per quello
che vedevo, per lo stile, il lavoro, la dedizione di preti
e di suore.
D
- Quale esperienza lha toccata di più?
R
- Mi ricordo di un ospedale retto dalle suore. Era
un ospedale per anziani. Questi pazienti non potevano
nemmeno muoversi e avevano bisogno di qualcuno per spostarsi,
anche per i loro bisogni primari. Sono entrato nelle camerate
e sono rimasto stupito nel vedere la pulizia, nessuna
puzza, le persone pacificate, senza tristezza, accudite
con un amore profondo. Una suora di 90 anni, aveva fatto
un dolce per me e me lo aveva regalato. Mentre facevamo
la visita, si è offerta lei di portare il pacchetto
perché troppo pesante: una cortesia
così squisita, in una persona così anziana!
Poi
vi è la testimonianza di amore di mia moglie, che
è la cattolica che incontro tutti i
giorni. Tutto questo mi ha aperto gli occhi su cosa può
donare la pace, la tranquillità, la gioia. Finalmente
ho capito che questa pace la dà lo Spirito Santo
che vive in noi.
Un
altro elemento che mi ha colpito sono i santi. La Chiesa
cattolica ha tanti santi, tanti modi di vivere la fede,
che sono altrettanti modelli per noi. La cultura cinese,
Confucio, non riesce a produrre modelli. Confucio chiede
alle persone di essere santi, dà norme
morali, ma non offre nessun modello realizzato. Invece
nella Chiesa abbiamo tanti esempi da seguire.
Un
elemento ulteriore è lamicizia con qualche
diplomatico cattolico. Tutte le volte che incontravo lambasciatore
delle Filippine, la signora Leonida Vera, mi diceva: Chou,
io voglio essere la sua madrina di battesimo. Infine,
ho incontrato, per caso un padre francese dellOpus
Dei. Lui mi ha aiutato a studiare il catechismo e a comprendere
gli elementi base della fede cattolica.
D
- A proposito di Opus Dei: qualcuno sospetta vi sia
unalleanza fra Taiwan ed Opus Dei celebrata con
il suo battesimo!
R
- Lincontro con lOpus Dei è totalmente
casuale. Qualcuno può pensare che vi sia dietro
chissà quale progetto di conquista della Cina popolare,
ma non è così. Anzitutto, S. Eugenio, la
parrocchia dellOpus Dei dove sono stato battezzato,
è proprio la mia parrocchia, quella del mio quartiere.
E ho preferito farmi battezzare là come un comune
fedele. In Vaticano mi avevano proposto di farmi battezzare
dal papa, ma io ho rifiutato questo onore: non volevo
che il mio battesimo diventasse un caso diplomatico! Al
battesimo celebrato il lunedì di pasqua, erano
presenti i miei due figli, mia moglie e tanti amici. Mio
figlio mi aveva detto: Papà, finalmente sei
dei nostri!. Questa mattina ho incontrato il papa
e gli ho detto che ero stato battezzato a Pasqua. Lui
si ricordava: prima della cerimonia, per le mani del card.
Sodano, avevo ricevuto un suo messaggio di auguri.
D
- Cosa cè nella fede cristiana che trova
assente nella cultura cinese, tanto da convertirsi e farsi
battezzare?
R
- Prima io non avevo nessuna religione; seguivo certo
i canoni confuciana, come tantissimi cinesi. Posso definirmi
un discepolo di Confucio divenuto cristiano. Ho studiato
molto Confucio per essere gentiluomo, moralmente retto,
rispettoso degli altri
Anche lui come nel
Vangelo dice: non fare agli altri quello
che non vorresti fosse fatto a te. Cè
molta sintonia fra il confucianesimo e il cristianesimo.
Se la Cina desse libertà al cristianesimo, molti
cinesi si convertirebbero.
Ma
nel Cristianesimo cè qualcosa di unico. Nella
preghiera, ad esempio, hai un rapporto personale, di vicinanza
con Gesù, con Dio. Nella cultura cinese cè
il silenzio, la meditazione, ma essa è piuttosto
un rapporto con se stessi, non con Dio. Attraverso la
preghiera, laiuto dei santi, della Madonna, si può
realizzare i nostri desideri di santità. È
finita la solitudine morale delluomo.
D
- Dopo la sua conversione, comè il suo
rapporto con la Cina?
R
- Il nome con cui sono stato battezzato è Cristoforo,
il pellegrino che porta sulle spalle Gesù bambino.
Il mio desiderio è portare Gesù al mondo
cinese e anche alla Cina popolare e a Taiwan.
Ogni
giorno prego: Signore aiutami a vedere cosa devo fare
per compiere il significato del mio nome.
Una
cosa che vorrei è lavorare per la libertà
di religione in Cina. La Repubblica popolare cinese ha
una paura folle delle religioni e della Chiesa cattolica
in particolare. Eppure la Chiesa cattolica a Taiwan, a
Hong Kong, a Macao, a Singapore fa delle cose davvero
meravigliose, apprezzate dalla società. La Chiesa
esalta i valori spirituali che sostengono anche la costruzione
sociale. Se incontrassi i leader di Pechino direi loro:
Non abbiate più paura. Se alla Chiesa si dà
più libertà, nella società ci sarà
più amore, più pace, più riconciliazione.
La
differenza fra Taiwan e Cina sulla libertà religiosa
è forte. A Taiwan cè chiara distinzione
fra Stato e Chiesa. Ho avvertito i miei superiori che
ero divenuto cristiano solo dopo il mio battesimo: lessere
battezzato è una mia decisione personale. Se io
fossi stato ambasciatore della Cina popolare, e fossi
divenuto cristiano, mi richiamerebbero subito a Pechino
e magari mi metterebbero in prigione!
Anche
voi missionari, a Taiwan siete i benvenuti. Non come in
Cina, dove per andare, dovete firmare un foglio in cui
accettare di non fare alcuna evangelizzazione nel Paese!