Bis
del Papa per l'Opus Dei
Quasi
lo stesso spettacolo di domenica: una folla immensa ieri
mattina in Piazza San Pietro e in tre quarti di via Della
Conciliazione per lincontro col Papa che voleva
ringraziare e salutare i pellegrini venuti per la canonizzazione
del sacerdote Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore
dellOpus Dei.
È
stata con duecentomila persone una «udienza generale»
record, che si è conclusa con un incontro ecumenico.
Giovanni Paolo II ha riservato al Patriarca di Romania
Teoctist, in visita in Vaticano ed in Italia, una accoglienza
che è poco dire trionfale: lo ha ricevuto sul sagrato
della Basilica di fronte alla immensa folla, lo ha abbracciato,
lo ha invitato a sedere alla sua destra su una poltrona
simile alla sua, lo ha salutato con parole di fraternità
con lauspicio dellunità come meta da
raggiungere dalle chiese cristiane.
Tutto
è cominciato alle 10 quando il Prelato dellOpus
Dei, monsignor Etchevarria ha celebrato la Messa, come
domenica seguita da grande silenzio in un clima di viva
partecipazione. Il canto finale è stato lAlleluia
di Haendel, eseguito da una trentina di cantori e Giovanni
Paolo II verso le 11 ha attraversato la piazza, in piedi
sulla «papamobile». Ogni tanto una sosta per
baciare i bambini che gli venivano presentati: particolarmente
affettuoso lincontro con una famiglia africana con
tre bambini.
Il
Papa appariva in buona forma, a tratti sorridente, visibilmente
soddisfatto. Nel discorso ha ribadito i concetti espressi
nella omelia di domenica: «Josemaria fu scelto dal
Signore per annunciare la chiamata universale alla santità
e per indicare che la vita di tutti i giorni e le attività
comuni nel lavoro, nella famiglia, in ogni luogo della
vita, sono un cammino di santificazione.
E
ancora: il «Santo dellordinario» ci
ha detto che Dio ci parla attraverso le più diverse
vicissitudini della vita e «non ci possono essere
conflitti tra la legge divina e la ricerca di un genuino
progresso umano». Il Papa ha così proseguito:
«Escrivà de Balaguer era convinto che per
chi vive in unottica di fede tutto offre occasione
di un incontro con Dio, tutto diviene stimolo alla preghiera.
Vista così la vita quotidiana rivela una grandezza
insospettata. La santità si pone alla portata di
tutti».
Mentre
il Papa salutava i rappresentanti dei vari gruppi arrivava
nella Piazza, acclamato dai presenti, il Patriarca romeno
Teoctist. Ringraziandolo per la visita Giovanni Paolo
II è entrato subito nel vivo dei temi del dialogo
ecumenico: «Purificare la memoria, ossia riconoscere
i peccati del passato, nella certezza che in fondo al
tunnel di azioni e parole che hanno condotto alle divisioni
si apre la possibilità di una nuova unità
tra i cristiani». Il Papa ha chiamato il patriarca
«Caro fratello», contraccambiato da parole
di viva gratitudine dellospite. Alla visita di Teoctist
si annette in Vaticano grande importanza dato il difficile
momento dei rapporti con la maggiore delle Chiese ortodosse,
quella russa.