Josemaría
«unisce» in piazza Fini, D´Alema, Casini
e Pezzotta
Record
di presenze a San Pietro. Mai tanta gente ad una canonizzazione
in Vaticano e "tutto esaurito" di personalità
nel grande giorno di Escrivá de Balaguer.
Due
primati che testimoniano, dopo decenni di ostilità
e incomprensioni, il consenso unanime ottenuto dentro
e fuori la Curia dall´Opus Dei, il cui fondatore
è stato proclamato ieri santo in un tripudio di
devozione e orgoglio d´appartenenza. Organizzazione
perfetta, tutto rigorosamente come da copione. Ad appena
27 anni dalla morte, San Josemaría è già
un fenomeno planetario e il maxi raduno dei suoi seguaci
passerà alla storia anche per l´infinito
corteo di auto blu, le decine di delegazioni straniere,
le centinaia di esponenti politici. Sono andati letteralmente
a ruba, infatti, i biglietti vip.
Il
Gotha istituzionale ha reso omaggio al neo-santo che grazie
alla santificazione del lavoro professionale ha fatto
breccia come nessun testimone della fede nell´establishment
(Romiti, Fazio, Bernabei, Cossiga).
La
delegazione italiana schierava Fini, Casini, sette ministri,
D´Alema e Veltroni. C´è stata un vera
e propria gara di presenze pure fra le gerarchie ecclesiastiche:
oltre 400 vescovi da 61 Paesi dei cinque continenti. Erano
meno della metà (200 vescovi fra i quali 35 cardinali)
per la beatificazione del 17 maggio 1992. L´esercito
di volti noti include il ct azzurro Trapattoni, l´editore
Leonardo Mondadori, il portavoce d´Oltretevere,
Navarro-Valls, l´ex leader di Solidarnosc Walesa.
«L´Opus
Dei - spiega Ombretta Fumagalli Carulli della Margherita
- ha insegnato alle donne a vivere la loro femminilità
fino in fondo, senza farne una competizione con l´uomo».
Escrivá, precisa lo scrittore Vittorio Messori,
diceva che il pesce si prende dalla testa e perciò
consigliava ai suoi di iniziare l´apostolato dalle
classi alte.
Ieri
l´Opus ha potuto mostrare al mondo i "muscoli",
dispiegando la sua potenza organizzativa. Per ogni pellegrino
la rete di volontari ha trovato un alloggio e predisposto
il viaggio a Roma. Dopo il domenicale bagno di folla,
stamattina si replica. 250mila devoti saluteranno il Papa
nella messa di ringraziamento celebrata dal vescovo Echevarria,
successore di San Josemaría. Un gradimento trasversale,
da destra e sinistra, su entrambe le sponde del Tevere.
Cancellate
per sempre, quindi, le accuse all´Opus Dei di essere
una massoneria bianca, paladina del tradizionalismo e
di aver sostenuto la dittatura franchista. L´attività
e la finalità dell´Opera, concordano storici
e prelati, sono esclusivamente spirituali, così
come la missione e il ministero sacerdotale del suo fondatore.
Il governo di una nazione, qualunque esso sia, e l´Opus
Dei sono realtà che si muovono su piani totalmente
diversi.
La
Prelatura spinge i suoi membri a esercitare e a compiere
i propri doveri come cristiani coerenti, ma lascia loro
la più completa libertà nelle scelte concrete
in questioni temporali. L´unico criterio che segnala
è quello di seguire gli orientamenti emanati in
ogni campo dalla gerarchia ecclesiastica.
Nel
caso del franchismo, la conclusione della Guerra civile
segnò il rifiorire della vita della Chiesa, delle
associazioni, delle scuole cattoliche, con una netta presa
di posizione dell´episcopato nazionale a favore
del generale Franco, considerato «provvidenziale».
Sulla facciata delle cattedrali in ogni sede episcopale
spagnola, era stato apposto lo scudo della Falange con
la scritta: «Caduti per Dio e per la Spagna. Presenti!».
Escrivá
protestò più volte per questo abuso. Non
era facile trovare in Spagna, in quel periodo, persone
che condannassero con tanta decisione il sistema nazista
e ne denunciassero con chiarezza la radice anticristiana,
quando ancora non si conoscevano tutti i crimini di Hitler.
In quella situazione, il neo-santo, pur riconoscendo a
Franco il merito della pacificazione, dovette opporre
resistenza a due pericoli.
Da
una parte la strumentalizzazione della fede, con la pretesa
di monopolizzare la rappresentanza dei cattolici nella
vita pubblica, dall´altra la tendenza di alcuni
ambienti cattolici a servirsi del potere pubblico come
di un braccio secolare. Le due facce del clericalismo,
insomma. Lo preoccupava la successione a Franco. Non esitò
a farlo sapere all´interessato e ai vescovi di Spagna,
però seppe resistere a sollecitazioni che gli vennero
dal Vaticano affinché prendesse iniziative al riguardo.
Rifiutò di farsi tramite perché non era
sua missione immischiarsi in politica, come dimostra una
lettera del 14 giugno 1964 a Paolo VI.