Escrivá,
400 vescovi per la canonizzazione
Oggi
Papa Wojtyla proclama santo il fondatore dellOpus
Dei, Josemaría Escrivá de Balaguer (1902-1975),
davanti a una folla di forse trecentomila persone, che
sarà paragonabile soltanto a quella che riempì
piazza San Pietro e dintorni il 16 giugno, per la canonizzazione
di Padre Pio. Cè unaltra somiglianza,
tra la proclamazione a santo di Padre Pio e questa di
Escrivá: la rapidità delle loro cause. Diciannove
anni per il frate di Pietrelcina, 21 per il fondatore
dellOpus. Sono le canonizzazioni più rapide,
fino a oggi, ma forse Madre Teresa (che sarà beata
in primavera) un giorno li batterà.
LOPERA
- Escrivá era un prete spagnolo. Viene proclamato
santo a centanni esatti dalla nascita. Aveva una
personalità forte, che esercitava grande influenza
su tanti. Al momento della sua morte, 27 anni fa, lOpera
che ha fondato contava 60 mila membri sparsi in più
di trenta Paesi e ne conta oggi 84 mila in oltre cento
nazioni.
Volle
lOpera aperta ai non cattolici: e oggi in piazza
San Pietro ci saranno anche dei luterani, degli ortodossi
e degli islamici, che in vari Paesi prendono parte - come
clienti o come cooperatori - alle sue attività
(per esempio in scuole ed ospedali). Predicò la
«chiamata universale alla santità»
almeno tre decenni prima che divenisse dottrina comune
con il Concilio Vaticano II: volle cioè che i suoi
«figli» fossero «cristiani in mezzo
al mondo» e si «facessero santi» svolgendo
il «lavoro professionale» dognuno.
LA
CAUSA - Oltre a tanti seguaci, ha avuto tanti nemici.
LOpera è stata temuta e combattuta come una
«società segreta». E stata avversata
per la vicinanza di tanti opusdeisti al franchismo. La
beatificazione di Escrivá, nel 1992, fu accompagnata
da polemiche, anche allinterno della Chiesa.
Polemiche
che oggi sembrano tramontate: è cambiato il clima
politico e culturale, ma anche lOpus si è
fatta più elastica e gode di migliore stampa. Oggi
in piazza san Pietro ci sarà anche Manuel Nevado
Rey, il medico spagnolo la cui inspiegabile guarigione
da una «radiodermite cronica» alle mani (una
specie di tumore provocato dallesposizione ai raggi
X), avvenuta nel 1992, dopo aver invocato laiuto
del «beato» Escrivá, costituisce il
miracolo che è alla base della canonizzazione.
Il postulatore della causa, Flavio Capucci, dichiara che
il suo ufficio ha vagliato 48 guarigioni che i medici
definiscono inspiegabili e ha ricevuto segnalazioni di
oltre centomila «grazie» ottenute dai devoti
di Escrivá, dopo averne invocato il soccorso. Anche
in questa abbondanza di «segni» straordinari,
la causa di Escrivá somiglia a quella di Padre
Pio.
LA
CELEBRAZIONE - A concelebrare con il Papa ci saranno
400 vescovi di 61 Paesi: per la beatificazione, nel 1992,
ne vennero 200. Sessanta saranno gli italiani, con in
testa i cardinali Ruini, Laghi, Furno e Poggi. Dalla Spagna
- Paese dorigine di Escrivá e dellOpus
- ne sono venuti altri sessanta, su un totale di 84. Il
governo spagnolo ha mandato il ministro degli esteri Ana
de Palacio.
E
cinquanta vescovi sono venuti da 12 Paesi africani. Ci
sarà un rappresentante dalla Russia e il pienone
da Messico, Argentina, Colombia, Cile. Dal Perù
è giunto il primate, larcivescovo di Lima
e per ora unico cardinale dellOpus Dei, Juan Luis
Cipriani. In piazza lItalia sarà rappresentata
dal presidente della Camera Casini, dal vicepresidente
del Consiglio Fini e dal sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Letta. Ma ci saranno anche Rutelli, DAlema,
la Pivetti, Cossiga e Andreotti. Ovviamente ci sarà
il deputato di Fi Alberto Michelini, membro dellOpus.
Oltre a Giovanni Trapattoni e ad Antonio Fazio, e ai leader
di Cisl e Uil, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti.
I
PELLEGRINI - Fra gli esponenti di altre Chiese e religioni,
ci saranno lisraeliano Samuel Haddas (primo ambasciatore
di Israele presso la Santa Sede), il poeta Alik Zorin
con un gruppo di ortodossi provenienti dalla Russia ed
Heinrich Bues, pastore protestante di Amburgo (Germania).
Due piccoli gruppi di islamici sono venuti dal Kazakhistan
e dalla Nigeria, dove vivono a contatto con strutture
dellOpus.
La
festa non finisce oggi: domani i «pellegrini»
venuti da lontano si riuniranno di nuovo a piazza San
Pietro per un incontro con il Papa e si prevede che saranno
180 mila. Martedì e mercoledì si celebreranno
- per loro - 29 messe di «ringraziamento»
in 16 basiliche e in 18 diverse lingue.