Balaguer,
il sorriso quotidiano
Il
Papa proclama santo domani il sacerdote spagnolo Josemaria
Escrivá de Balaguer, nato a Barbastro (2 gennaio
1902) in prossimità dei Pirenei, in Aragona, e
deceduto a Roma il 26 giugno del 1975. È il fondatore
dell«Opus Dei», grande realtà
nella Chiesa odierna, oggetto in un recente passato di
discussioni e critiche, ora sopite.
L«Opus»
conta 80mila membri in 55 nazioni e 2000 sacerdoti. Giovanni
Paolo II lha riconosciuta come «prelatura
personale»: ciò vuol dire che il suo «prelato»,
ora monsignor Xavier Etchevarria, ha giurisdizione sullampia
comunità internazionale come su una diocesi sovrannazionale.
Le 250mila o 300mila persone previste per il rito di canonizzazione
in piazza San Pietro stanno a significare, con la loro
presenza, che lOpus è radicato nella comunità
ecclesiale mondiale.
Solo
Padre Pio ha avuto tanta gente. Padre Pio, un santo popolare
taumaturgo; Josemaria Escrivá de Balaguer non è
un taumaturgo, ma per quarantotto casi di guarigione si
ha una ineccepibile documentazione medica che avalla il
fatto miracoloso. Da questo «dossier» è
stato scelto il miracolo che porta il sacerdote alla suprema
glorificazione: la perfetta guarigione di un medico spagnolo,
Manuel Nevado Rey, che aveva avuto le mani devastate dalluso
senza precauzioni del radio per curare i malati.
Sarà
presente in piazza San Pietro. La biografia di Escrivá
de Balaguer non presenta come quella di Padre Pio fatti
eccezionali: niente stimmate, niente apparizioni, niente
prodigiose manifestazioni. È il secondo di sei
fratelli, linfanzia e la gioventù trascorrono
nella normalità e nel clima gioioso di una famiglia
cristiana. Poi, la vocazione, il seminario, il sacerdozio,
le fughe da un luogo allaltro durante la persecuzione
anticattolica nei tempi della Guerra civile spagnola.
Il
suo apostolato preferenziale è per i poveri e gli
umili, ma ben presto si rende conto che ogni iniziativa
buona nella società non è efficace se non
è basata sulla coerenza con il Vangelo. Matura
in lui lidea di un movimento, di unopera ecclesiale
nella quale uomini e donne possano mettere basi solide
di vita cristiana diffondendole, poi, nelle famiglie,
negli ambienti di lavoro, nelle università, dovunque.
E
nasce nel 1928 lOpus Dei. Il fondatore viaggia in
Europa e negli altri continenti, fino ad approdare per
farla conoscere, a Roma. Così la descrisse nella
sua essenza, in un articolo su un giornale veneto nel
1958 monsignor Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I:
«Escrivá de Balaguer, con il Vangelo, ha
detto continuamente: Cristo non vuole da noi solo un po
di bontà, ma tanta bontà. Vuole però
che la raggiungiamo non attraverso azioni straordinarie,
bensì con azioni comuni: è il modo di eseguire
le azioni che deve essere comune. Là, nel bel mezzo
della strada, in ufficio, in fabbrica ci si fa santi a
patto che si svolga il proprio dovere con competenza,
per amor di Dio e lietamente in modo che il lavoro quotidiano
diventi non il tragico quotidiano, ma quasi il "sorriso
quotidiano"».
A
proposito di questo «sorriso» quanti hanno
conosciuto il Balaguer sono concordi nel dire che si presentava
sempre con il sorriso, basato su un ottimismo non di maniera
ma ancorato alla fede, alla fiducia in Dio ed era pronto
alla «battuta». Nelle pubblicazioni dellOpus
Dei la missione della organizzazione è così
definita: «Promuovere tra i fedeli cristiani di
tutte le organizzazioni condizioni di vita pienamente
cristiana coerente con la fede in mezzo al mondo, contribuendo
così alla evangelizzazione di tutti gli ambienti
della società. In altre parole, si tratta di diffondere
il messaggio che tutti i battezzati sono chiamati a cercare
la santità, a far conoscere il Vangelo nel proprio
stato professionale e condizione di vita».
Il
volume «Cammino» col quale Balaguer indica
le strade e le prospettive dellOpus è stato
uno dei best seller nelleditoria mondiale con traduzioni
in 53 lingue. Basate sui principi enunciati dal fondatore,
sono nate le università, gli ospedali, le parrocchie
che lOpus gestisce in ogni parte del mondo, nelle
grandi metropoli e nelle terre di missione.
Quanti
partecipano alla «canonizzazione» sono stati
invitati a fare un donativo in denaro perché si
possa attuare il programma «Harambee 2002»
per portare avanti progetti educativi e sociali in nazioni
africane. Nella sua storia di oltre settantanni,
lOpus è stata al centro di polemiche, anche
in alcune diocesi cattoliche si denunciavano per la troppa
indipendenza rispetto alla giurisdizione del vescovo locale;
in sede politica, nel Parlamento italiano si denunciò
il fatto che lOpus appariva come una «società
segreta» e ci fu chi criticò duramente che
uomini dellOpus Dei fossero entrati a far parte
del Governo di Francisco Franco.
LOpus
ha sempre dato risposte alle accuse. Oggi in un suo sito
di Internet si legge, nelle «note informative»,
che «lOpus Dei non è una società
segreta, non ha un proprio indirizzo politico e non dà
indicazioni in questo campo, non gestisce proprie attività
economiche, ma si occupa di promuovere tra i fedeli cristiani
di tutte le condizioni una vita pienamente coerente con
la fede in mezzo al mondo, contribuendo così alla
evangelizzazione di tutti gli ambienti della società».