La
medicina dell'anima di Escrivá
Il
Campus Bio-Medico, una realtà in costante espansione
al servizio dei malati
Più
che un ospedale, sembra un albergo. In giro non si vedono
pazienti in pigiama, non c'è confusione. È
tutto curato alla perfezione. L'ordine e la pulizia regnano
sovrane.
È
il Campus Bio-Medico, la struttura sanitaria la cui assistenza
pastorale e l'orientamento dottrinale delle attività
formative è curata dall'Opus Dei. Un ospedale "etico",
a "misura di uomo", dove i malati vengono assistiti
"sempre con il sorriso" e dove il paziente trova
comprensione e un luogo familiare.
Come testimoniano le centinaia di lettere di pazienti,
che ogni giorno giungono in amministrazione, per ringraziare
di come sono stati curati. "Qui vengono curate persone
e non malati", spiegano medici e dirigenti dell'ospedale.
Sì
perché accanto alla dimensione professionale, al
Campus, il lato umano, affettivo, sofferente del paziente
non passa in secondo piano. Anzi viene privilegiato. E
il medico, l'infermiere, prima di tutto sono al servizio
della persona, poi del malato.
Per
questo, negli anni, il Campus-Bio-Medico ha registrato
una continua crescita, riportando un incremento di anno
in anno che è arrivato al doppio delle utenze,
tanto che, di fronte alle nuove esigenze assistenziali,
l'amministrazione è stata costretta ad ampliare
i posti letto. Dal 2000, ci sono stati quasi 7mila degenze,
più di 30mila visite ambulatoriali e circa 3mila
interventi chirurgici.
Ogni
paziente qui ricoverato, ha un medico ed un infermiere
di riferimento che lo seguono passo passo durante tutta
la permanenza nella struttura. "Qualcuno - spiega
una delle infermiere - addirittura ci viene a trovare
dopo che è stato dimesso. Ci ringraziano tutti
per come sono stati trattati".
Sono le infermiere ad essere "gli angeli custodi"
dei pazienti.
"Mi
sento più di un medico - spiega Marzia Mazzaroni,
caposala - perché riesco a instaurare un rapporto
particolare con il malato. Siamo un po' le loro mamme.
Il medico passa meno tempo con loro e quindi non riesce
ad avere quella confidenza che invece noi riusciamo ad
instaurare. Tutto questo ci gratifica". Ne è
convinta anche Benedetta Colombo, infermiera da molti
anni, che osserva che "a noi i pazienti chiedono
consigli, informazioni. Si sentono a loro agio. Quando
vengono da noi, non trovano un ospedale, ma una casa".
La
realtà del Campus si è estesa, negli ultimi
anni, anche in altri paesi dove sono nate strutture che
si ispirano agli stessi principi di attenzione umana.
L'iniziativa di creare il Campus, si deve a mons. Alvaro
Del Portillo, primo successore del fondatore dell'Opus
Dei, il beato Josemaria Escrivà de Balaguer che
sarà canonizzato il prossimo 6 ottobre in piazza
San Pietro. Il desiderio, infatti, del novello santo,
è quello formare medici, infermieri e altri professionisti
a fare del loro lavoro un autentico servizio all'uomo
e promuovere una profonda cultura della vita mediante
la cura dei malati.