Fedeli
della Prelatura dell'Opus Dei
2.1 Sacerdoti e laici
L'Opus
Dei è costituito da un prelato, da un presbiterio o clero
proprio e da laici, uomini e donne. Chi richiede l'incorporazione
all'Opus Dei, lo fa per una chiamata divina, cioè una
determinazione specifica della vocazione cristiana, ricevuta con il
battesimo, che fa cercare la santità e partecipare alla
missione della Chiesa secondo lo spirito che il Signore
ispirò al beato Josemarìa. L'incorporazione
formale alla prelatura avviene mediante una convenzione bilaterale che
sancisce i reciproci impegni assunti dall'interessato e dalla prelatura
stessa.
Nell'Opus
Dei non esistono categorie di membri, bensì un unico e
identico fenomeno vocazionale mediante il quale tutti i fedeli della
prelatura sono e si sentono in egual grado membri di una stessa
porzione del Popolo di Dio. Esistono semplicemente dei modi diversi di
vivere una stessa vocazione cristiana a seconda delle circostanze
personali: celibi o sposati, sani o malati, eccetera.
La
maggior parte dei fedeli dell'Opus Dei sono membri soprannumerari: si
tratta per lo più di persone sposate, donne o uomini per i
quali la santificazione dei doveri famigliari costituisce parte
fondamentale della propria vita cristiana. Attualmente i soprannumerari
rappresentano circa il 70% del totale dei membri dell'Opus Dei.
Per
il resto, i fedeli della prelatura sono uomini o donne che vivono il
celibato, per motivi apostolici. Alcuni abitano con le proprie
famiglie, o dove è più adeguato alla situazione
professionale: si tratta degli aggregati della prelatura. Gli altri,
per le specifiche circostanze in cui si trovano, hanno una
disponibilità completa per le opere apostoliche e la
formazione degli altri fedeli della prelatura: si tratta dei numerari,
che di solito vivono nei centri dell'Opus Dei. Le numerarie ausiliarie
si dedicano soprattutto alla cura del lavoro domestico nelle sedi dei
centri della prelatura, e questo costituisce la loro
attività professionale ordinaria.
Il
clero della prelatura proviene dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono
numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere
sacerdoti, dopo diversi anni di incorporazione alla prelatura e dopo
aver completato gli studi previ al sacerdozio, sono invitati dal
prelato a ricevere gli ordini sacri. Il loro ministero pastorale si
rivolge principalmente al servizio dei fedeli della prelatura e delle
attività apostoliche che questi ultimi promuovono.
Un
aspetto caratteristico della fisionomia dell'Opus Dei è il
clima di famiglia cristiana. Questo tono familiare è
presente in ogni attività che la prelatura organizza. Si
manifesta nel calore umano che caratterizza i suoi centri, nella
semplicità e fiducia dei rapporti interpersonali,
nell'atteggiamento di servizio, di comprensione e di delicatezza che si
cerca continuamente di avere nella vita quotidiana.
2.2 Incorporazione alla prelatura
Per
far parte dell'Opus Dei è necessaria una richiesta fatta in
piena libertà e, come si è detto, la personale
convinzione di avere ricevuto una vocazione divina, oltre
all'acccttazione della richiesta stessa da parte delle
autorità della prelatura. La richiesta si fa per iscritto, e
l'ammissione non viene concessa prima di sei mesi. Dopo un periodo di
almeno un anno, l'interessato può incorporarsi
temporaneamente alla prelatura mediante una dichiarazione formale di
carattere contrattuale, che si può rinnovare ogni anno. Dopo
un minimo di altri cinque anni, si può fare l'incorporazione
definitiva (18).
In conformità al diritto canonico, nessuno può
incorporarsi giuridicamente all'Opus Dei se non è
maggiorenne (18 anni o più).
L'incorporazione
all'Opus Dei comporta per la prelatura l'impegno di fornire
all'interessato un'assidua formazione nella fede cattolica e nello
spirito dell'Opus Dei (19),
come pure la necessaria cura pastorale ad opera dei sacerdoti della
prelatura. Da parte dell'interessato, comporta l'impegno di rimanere
sotto la giurisdizione del prelato per quanto attiene al fine della
prelatura; rispettare le norme che la regolano, e adempiere gli altri
obblighi previsti per i suoi fedeli (20).
In
sintesi, i fedeli della prelatura si impegnano a santificarsi e a
esercitare l'apostolato secondo lo spirito dell'Opus Dei.
Ciò significa soprattutto il dovere di coltivare la vita
spirituale attraverso l'orazione, il sacrificio e la ricezione dei
sacramenti; di ricorrere ai mezzi forniti dalla prelatura per
acquistare una formazione intensa e permanente nella dottrina della
Chiesa e lo spirito dell'Opus Dei; di partecipare, secondo le personali
possibilità, al lavoro di evangelizzazione della prelatura.
Il
vincolo con la prelatura cessa allo scadere del periodo in cui vige la
convenzione o anche prima, se l'interessato lo desidera, d'accordo con
le autorità della prelatura. L'uscita legittima dalla
prelatura comporta la cessazione dei reciproci diritti e doveri.
2.3 La formazione
La
prelatura mette a disposizione dei suoi fedeli una formazione continua,
attraverso alcuni strumenti specifici, compatibili con i normali doveri
familiari, professionali e sociali di ciascuno.
La
formazione che la prelatura fornisce ai propri fedeli, offre loro la
possibilità di acquisire una intensa e solida vita di
pietà, quali figli di Dio, portandoli a cercare
l'identificazione con Cristo, una profonda conoscenza della fede e
della morale cattolica e, in linea con la propria vocazione, una
crescente familiarità con lo spirito dell'Opera. I fedeli
della prelatura assistono a lezioni settimanali, chiamate anche
circoli, su temi dottrinali e ascetici. Il ritiro mensile consente di
dedicare, un giorno al mese, alcune ore all'orazione personale e alla
riflessione sui temi della vita cristiana. Inoltre, una volta all'anno
i fedeli della prelatura assistono a un ritiro che dura normalmente dai
tre ai cinque giorni.
Analoghi
mezzi di formazione sono offerti ai cooperatori (21),
ai giovani che partecipano al lavoro apostolico della prelatura e a
chiunque voglia usufruirne.
La
formazione viene impartita nei centri della prelatura dell'Opus Dei e
in altri luoghi adeguati. Per esempio, un circolo si può
tenere in casa di uno dei partecipanti, un ritiro in una chiesa di cui
il parroco consenta l'uso a questo scopo per qualche ora, eccetera.
2.4 Agire professionale e civile
II
fatto di appartenere alla prelatura dell'Opus Dei non presuppone alcun
cambiamento di stato personale: permangono invariati i diritti e i
doveri che ciascuno ha in quanto membro della società civile
e della Chiesa. "I laici incorporati nella prelatura non mutano la
propria condizione personale, teologica e canonica, di normali fedeli
laici, e come tali si comportano in tutto il loro agire" (22).
In
virtù del carattere esclusivamente spirituale della sua
missione, la prelatura non interviene nelle questioni temporali che i
suoi fedeli devono affrontare. Ciascuno agisce con completa
libertà e responsabilità personale. L'Opus Dei
non fa proprie le decisioni dei suoi membri. Gli Statuti affermano che,
per quanto riguarda l'attività professionale e le dottrine
sociali, politiche ecc., ogni fedele della prelatura, nei limiti della
dottrina cattolica sulla fede e sui costumi, gode della stessa piena
libertà degli altri cittadini cattolici. Su queste materie
le autorità della prelatura devono astenersi nel modo
più assoluto anche solo dal dare consigli (23).
2.5 Qualche dato
Fanno
parte della prelatura più di 80.000 persone, compresi i
circa 1.750 sacerdoti. Sul totale dei fedeli, la percentuale degli
uomini e delle donne è approssimativamente la stessa. La
distribuzione di massima fra i vari continenti è la seguente:
Africa:1.500
Asia e Oceania: 4.500
America: 28.000
Europa: 47.000
In
Italia attualmente sono circa quattromila, uomini e donne di tutti i
ceti sociali. Svolgono i mestieri più svariati,
intellettuali e manuali. Il primo italiano che, nel 1947, chiese
l'ammissione all'Opus Dei fu un giovane avvocato romano. Centri e opere
apostoliche della Prelatura sono presenti in 24 città
italiane.