Descrizione
generale della Prelatura dell'Opus Dei
1.1 Caratteristiche e missione
L'Opus
Dei è una prelatura personale della Chiesa cattolica (1). Fu
fondata a Madrid il 2 ottobre 1928 dal beato Josemarìa
Escrivà (2).
Della prelatura fanno parte attualmente circa 80.000 persone dei cinque
continenti. La sede, con la chiesa prelatizia, si trova a Roma.
Il
Concilio Vaticano II ha ricordato (3) che tutti i battezzati sono
chiamati a seguire Cristo, a vivere il Vangelo e a farlo conoscere.
L'Opus Dei ha lo scopo di contribuire a tale missione evangelizzatrice
della Chiesa, promuovendo fra i fedeli cristiani di ogni condizione uno
stile di vita pienamente coerente con la fede nelle circostanze
quotidiane, specialmente attraverso la santificazione del lavoro. Per
raggiungere questo fine, la prelatura fornisce i mezzi di formazione
spirituale e la cura pastorale anzitutto ai propri fedeli, ma anche a
molte altre persone. Tale cura pastorale esorta alla messa in pratica
degli insegnamenti del Vangelo, mediante l'esercizio delle
virtù cristiane e la santificazione del lavoro (4).
Santificare
il lavoro vuol dire, per i fedeli della prelatura, lavorare secondo lo
spirito di Cristo: svolgere perfettamente i propri doveri per dare
gloria a Dio e per servire gli altri, dando in tal modo il proprio
contributo alla santificazione del mondo e rendendo presente lo spirito
del Vangelo in ogni attività e realtà temporale.
I
fedeli della prelatura svolgono il proprio lavoro di evangelizzazione
nei diversi ambiti della società in cui operano. Di
conseguenza, il loro impegno non si limita a un campo specifico, come
per esempio l'educazione, l'assistenza degli ammalati o l'aiuto ai
disabili. La missione della prelatura è quella di ricordare
a tutti i cristiani che, qualunque sia l'attività alla quale
si dedicano, essi devono cooperare a trovare delle soluzioni cristiane
ai problemi della società e dare costante testimonianza
della propria fede.
1.2 Aspetti principali dello spirito
dell'Opus Dei
Sin
dalla fondazione, nel 1928, l'Opus Dei diffonde il messaggio della
chiamata alla santità di tutti i battezzati nello
svolgimento del lavoro e dei propri doveri. "Lo spirito dell'Opus Dei
ha come caratteristica essenziale quella di non togliere nessuno dal
posto che occupa; esso esige, anzi, che ciascuno assolva ai compiti e
ai doveri del proprio stato, della propria missione nella Chiesa e
nella società civile, con la massima perfezione possibile" (5).
Con il suo spirito eminentemente secolare, l'Opus Dei serve la Chiesa e
la società, suscitando il desiderio della santità
e l'impegno apostolico personale dei fedeli cristiani; in tal modo li
si facilita a scoprire e ad accettare le esigenze derivanti dalla
propria vocazione battesimale nel posto occupato nel mondo.
Si illustrano di seguito alcune caratteristiche dello spirito dell'Opus
Dei:
Filiazione
divina. Il cristiano è figlio di Dio in
virtù del battesimo. Lo spirito dell'Opus Dei evidenzia
questa verità fondamentale del cristianesimo, come insegna
il fondatore: "La filiazione divina è il fondamento dello
spirito dell'Opus Dei" (6). Quindi, la formazione fornita
dalla prelatura suscita in ogni fedele una viva consapevolezza della
condizione di figli di Dio e lo aiuta ad assumere un comportamento
coerente con tale realtà: fa scaturire perciò la
fiducia nella provvidenza divina, la semplicità nel rapporto
con Dio, un profondo senso della dignità di ogni essere
umano, la fraternità fra gli uomini, un vero amore cristiano
per il mondo e per le realtà create da Dio, la
serenità e l'ottimismo.
Vita
ordinaria. Il cristiano comune può cercare la
santità attraverso le circostanze della sua vita e le
attività che svolge. Per usare le parole del fondatore
dell'Opus Dei: "La normale vita di ogni giorno può essere
santa e piena di Dio e il Signore ci chiama a santificare il nostro
compito quotidiano, perché proprio in ciò
consiste la perfezione del cristiano" (7). Pertanto, tutte le
virtù sono importanti per il cristiano: la fede, la speranza
e la carità, e le virtù umane, come la
generosità, la laboriosità, la giustizia, la
lealtà, la gioia, la sincerità, ecc. Il cristiano
imita Cristo anche con l'esercizio di queste virtù.
Un'altra
conseguenza del valore santificante della vita ordinaria deriva
dall'importanza delle piccole cose di cui è piena
l'esistenza di un comune cristiano. "La santità grande
consiste nel compiere i doveri piccoli di ogni istante" (8),
insegnava il fondatore dell'Opus Dei. Si parla qui di realtà
minute, quali ad esempio tanti particolari di servizio, di buona
educazione, di rispetto per gli altri, di ordine materiale, di
puntualità, e così via: quando si compiono per
amore di Dio, tali gesti non sono irrilevanti per la vita cristiana.
Fra le realtà ordinarie su cui un comune cristiano deve
costruire la propria santificazione e a cui deve pertanto imprimere una
dimensione cristiana, vanno incluse, per la maggior parte delle
persone, il matrimonio e la famiglia. "Il matrimonio cristiano non
è una semplice istituzione sociale, né tanto meno
un rimedio alle debolezze umane: è un 'autentica vocazione
soprannaturale" (9).
Santificare
il lavoro, santificarsi nel lavoro, santificare con il lavoro.
La santificazione del lavoro ordinario è il perno che regge
l'intera vita spirituale del cristiano. Santificare il lavoro significa
eseguirlo con la massima perfezione umana possibile (competenza
professionale) e con perfezione cristiana (per amore della
volontà di Dio e al servizio degli uomini).
Secondo
lo spirito dell'Opus Dei, il lavoro, l'attività
professionale che ognuno svolge nel mondo, può essere
santificato e diventare cammino di santificazione: "essendo stato
assunto da Cristo, il lavoro diventa attività redenta e
redentrice: non solo è l'ambito nel quale l'uomo vive, ma
mezzo e strada di santità, realtà santificante e
santificatrice" (10).
Qualunque lavoro onesto, indipendentemente dal fatto di essere
rilevante o umile agli occhi degli uomini, è occasione per
dare gloria a Dio e servire gli altri. "Noi siamo gente della strada,
normali cristiani, inseriti nel sistema circolatorio della
società, e il Signore ci vuole santi, apostolici, proprio
nel nostro lavoro professionale; vuole cioè che ci
santifichiamo nella nostra occupazione, che santifichiamo l'occupazione
stessa e che, per mezzo di essa, aiutiamo gli altri a santificarsi" (11).
Amore
per la libertà. I fedeli dell'Opus Dei godono
degli stessi diritti di ogni altro cittadino e parimenti sono soggetti
agli stessi doveri. Nelle scelte politiche, economiche, culturali,
ecc., agiscono con libertà e responsabilità
personale, senza alcuna pretesa di coinvolgere la Chiesa o l'Opus Dei
nelle proprie decisioni o di presentarle come le uniche coerenti con la
fede. Ne consegue il rispetto della libertà e delle opinioni
altrui.
Vita
di orazione e di sacrificio. Lo spirito dell'Opus Dei mira a
coltivare la preghiera e la penitenza, per sostenere l'impegno di
santificare le realtà quotidiane. Perciò i fedeli
della prelatura introducono nella propria vita alcune pratiche
costanti: l'orazione mentale, la partecipazione quotidiana alla Santa
Messa, la confessione, la lettura e la meditazione del Vangelo, ecc. La
devozione per la Madonna occupa un posto di rilievo nei loro cuori.
Inoltre, per imitare Gesù, compiono anche
sacrifìci, soprattutto quelli che consentono il fedele
adempimento del dovere e rendono la vita più gradevole agli
altri, ma anche la rinuncia a piccole soddisfazioni, il digiuno,
l'elemosina, eccetera.
Carità
e apostolato. I membri dell'Opus Dei cercano di testimoniare
la propria fede cristiana. Per usare le parole del fondatore:
"Impegnandoci gomito a gomito negli stessi problemi dei nostri
compagni, dei nostri amici, dei nostri parenti, potremo aiutarli ad
arrivare a Cristo" (12).
Questo dovere va adempiuto anzitutto con l'esempio personale, ma anche
con la parola. L'aspirazione a far conoscere Cristo è
inseparabile dal desiderio di contribuire ad alleviare le
necessità materiali e a risolvere i problemi sociali del
contesto in cui si vive.
Unità
di vita. È necessario sapere armonizzare e
amalgamare l'amicizia con Dio, le occupazioni di ogni giorno e
l'impegno cristiano nell'apostolato personale, sino a giungere ad una
"unità di vita semplice e forte" (13),
espressione coniata dal beato Josemarìa Escrivà
che sintetizza la sua profonda comprensione della vita cristiana.
"L'unità di vita - insegna il beato Josemarìa -
è una condizione essenziale per tutti coloro che intendono
santificarsi nelle circostanze ordinarie del loro lavoro, delle loro
relazioni famigliari e sociali" (14).
Il
cristiano che lavora in mezzo al mondo non deve "condurre una specie di
doppia vita: da una parte la vita interiore, la vita di relazione con
Dio; dall'altra, come una cosa diversa e separata, la vita familiare,
professionale e sociale" (15). Al contrario, "vi è
una sola vita, fatta di carne e di spirito, ed è questa che
deve essere - nell'anima e nel corpo - santa e piena di Dio". (16)
1.3 Profilo storico
1928.
2 ottobre: il Beato Josemarìa Escrivà, durante un
corso di esercizi spirituali a Madrid, fonda l'Opus Dei, per
ispirazione divina, come cammino di santità per ogni tipo di
persone, nel lavoro professionale e nel compimento dei doveri ordinari
del cristiano. Il nome "Opus Dei" è successivo: il fondatore
non lo adoperò prima dell'inizio degli anni Trenta, anche se
fin dal principio, a voce e nei suoi scritti relativi a ciò
che il Signore gli chiedeva, citava l'Opera di Dio.
1930. 14 febbraio: a Madrid,
durante la celebrazione della Messa, Dio fa comprendere al beato
Josemarìa che l'Opus Dei è rivolto anche alle
donne.
1933. Si apre il primo centro
dell'Opus Dei, l'Accademia DYA, per studenti universitari, dove si
impartivano lezioni di legge e di architettura.
1934. La DYA diventa residenza
universitaria. Da lì il fondatore e i primi membri
impartivano formazione cristiana e diffondevano il messaggio dell'Opus
Dei fra i giovani. Una parte importante di questo impegno era
costituita dalla catechesi e dall'assistenza ai poveri e malati della
periferia di Madrid. Josemarìa Escrivà
informò sempre della propria attività il vescovo
di Madrid e potè contare fin dal primo momento sulla sua
approvazione e benedizione.
Viene pubblicato a Cuenca il libro Consideraciones espirituales, che
è l'antecedente di Cammino.
1936. Guerra civile spagnola: si
scatena la persecuzione religiosa e Josemarìa
Escrivà è costretto a rifugiarsi in luoghi
diversi. L'interruzione forzata dell'attività apostolica
costringe il fondatore a sospendere momentaneamente il progetto di
propagare il lavoro apostolico dell'Opus Dei all'estero.
1937. Il fondatore e alcuni membri
dell'Opus Dei attraversano i Pirenei alla volta di Andorra e
raggiungono la zona dove la Chiesa non è perseguitata.
1938. Riprende
l'attività apostolica a partire da Burgos.
1939. Josemarìa
Escrivà ritorna a Madrid. Diffusione dell'Opus Dei in altre
città della Spagna. L'inizio della seconda Guerra Mondiale
ne impedisce l'espansione in altri paesi.
1941. 19 marzo: il vescovo di
Madrid, Mons. Leopoldo Eijo y Garay, concede la prima approvazione
diocesana dell'Opus Dei.
1943. 14 febbraio: anche in questo
caso durante la Messa, il Signore fa vedere a Josemarìa
Escrivà la soluzione giuridica che consentirà
l'ordinazione di sacerdoti dell'Opus Dei, cioè la
Società Sacerdotale della Santa Croce.
1944. 25 giugno: il vescovo di
Madrid ordina sacerdoti tre fedeli dell'Opus Dei: Àlvaro del
Portillo, José Maria Hernàndez de Gamica e
José Luis Mùzquiz.
1946. Il fondatore dell'Opus Dei
si trasferisce a Roma. Da qui, negli anni successivi fa viaggi per
tutta l'Europa, predisponendo le basi del lavoro dell'Opus Dei in vari
paesi.
1947. 24 febbraio: la Santa Sede
concede la prima approvazione pontificia.
1948. 29 giugno: il fondatore
erige il Collegio Romano della Santa Croce, dove, da quel momento,
passeranno molti fedeli dell'Opus Dei per ricevere una profonda
formazione spirituale e pastorale, completando contemporaneamente i
propri studi nei vari atenei pontifìci di Roma.
1950. 16 giugno: Pio XII concede
l'approvazione definitiva dell'Opus Dei. Questa approvazione consente
l'ammissione di persone sposate nell'Opus Dei e l'adesione di sacerdoti
diocesani alla Società Sacerdotale della Santa Croce.
1952. Viene creato a Pamplona, in
Spagna, lo Studio Generale di Navarra, che diverrà poi
l'Università di Navarra (17).
1953. 12 dicembre: viene eretto il
Collegio Romano di Santa Maria, un centro destinato ad una intensa
formazione spirituale, teologica e apostolica delle donne dell'Opus Dei
provenienti da tutto il mondo.
1957. La Santa Sede affida
all'Opus Dei la prelatura di Yauyos in Perù.
1965. 21 novembre: Paolo VI
inaugura nel quartiere Tiburtino a Roma, il Centro Elis, un'iniziativa
per la formazione professionale dei giovani, e una parrocchia contigua
che la Santa Sede affida all'Opus Dei.
1969. Congresso generale
straordinario dell'Opus Dei a Roma, allo scopo di studiare la
trasformazione in prelatura personale, figura giuridica prevista dal
Concilio Vaticano II e che sembrava adeguata al fenomeno pastorale
dell'Opus Dei.
1970. Il fondatore dell'Opus Dei
compie un viaggio in Messico, per una novena di preghiera davanti alla
Madonna di Guadalupe. Ha vari incontri con migliaia di persone, in cui
svolge un'incisiva opera di catechesi cristiana.
1972. Il fondatore visita la
Spagna e il Portogallo nel corso di un viaggio di catechesi che dura
due mesi.
1974. Viaggio di catechesi del
fondatore dell'Opus Dei in sei paesi latinoamericani: Brasile,
Argentina, Cile, Perù, Ecuador e Venezuela.
1975. Viaggio di catechesi del
fondatore in Venezuela e Guatemala.
26 giugno, muore a Roma Josemarìa Escrivà; a
quella data appartenevano all'Opus Dei circa 60.000 persone.
7 luglio: inaugurazione del santuario della Madonna di Torreciudad, in
provincia di Huesca (Spagna).
15 settembre: Àlvaro del Portillo è eletto
successore del fondatore dell'Opus Dei dal Congresso generale
elettorale appositamente convocato ai sensi degli Statuti.
1982. 28 novembre: Giovanni Paolo
II erige l'Opus Dei in prelatura personale, figura giuridica adeguata
alla sua natura teologica e pastorale, e nomina prelato
Àlvaro del Portillo.
1983. 19 marzo: Atto esecutivo
della bolla con cui si erige l'Opus Dei in prelatura personale.
1985. Viene fondato a Roma il
Centro Accademico Romano della Santa Croce, che nel 1998
diverrà l'Università Pontifìcia della
Santa Croce.
1991. 6 gennaio: Giovanni Paolo II
ordina vescovo mons. Del Portillo, prelato dell'Opus Dei.
1992. 17 maggio: beatificazione di
Josemarìa Escrivà in piazza San Pietro a Roma.
1994. 23 marzo: muore a Roma
Àlvaro del Portillo, poche ore dopo il suo ritorno da un
pellegrinaggio in Terra santa.
20 aprile: Javier Echevarria è nominato prelato dell'Opus
Dei da Giovanni Paolo II, che conferma l'elezione fatta dal Congresso
generale elettorale dell'Opus Dei, celebrato a Roma.
1995. 6 gennaio: Mons. Echevarria
riceve da Giovanni Paolo II l'ordinazione episcopale.
Date
di inizio del lavoro dell'Opus Dei nei diversi Paesi
1946
Portogallo, Italia e Gran Bretagna
1947 Francia e Irlanda
1949 Messico e Stati Uniti
1950 Cile e Argentina
1951 Colombia e Venezuela
1952 Germania
1953 Guatemala e Perù
1954 Ecuador
1956 Uruguay e Svizzera
1957 Brasile, Austria e Canada
1958 Giappone, Kenya e Salvador
1959 Costarica e Olanda
1962 Paraguay
1963 Australia
1964 Filippine
1965 Belgio e Nigeria
1969 Portorico
1978 Bolivia
1980 Congo, Costa d'Avorio e
Honduras
1981 Hong Kong
1982 Singapore e Trinidad-Tobago
1984 Svezia
1985 Taiwan
1987 Finlandia
1988 Camerun e Repubblica
Dominicana
1989 Macao, Nuova Zelanda e
Polonia
1990 Ungheria e Repubblica Ceca
1992 Nicaragua
1993 India e Israele
1994 Lituania
1996 Estonia, Slovacchia, Libano,
Panama e Uganda
1997 Kazakistan
1998 Sudafrica
1.4 Il fondatore, il beato
Josemarìa Escrivà
Josemarìa
Escrivà nacque a Barbastro (provincia di Huesca, Spagna) il
9 gennaio 1902. I suoi genitori si chiamavano José e
Dolores. Ebbe cinque fratelli: Carmen (1899-1957), Santiago (1919-1994)
e altre tre sorelle più giovani di lui che morirono in
giovane età. I coniugi Escrivà impartirono ai
loro figli una profonda educazione cristiana. Nel 1915, il padre, che
era commerciante di tessuti, dovette trasferirsi a Logrono, dove
trovò un altro lavoro.
In
questa città Josemarìa percepì per la
prima volta la sua vocazione: dopo aver visto sulla neve le orme dei
piedi nudi di un religioso, intuì che Dio voleva qualcosa da
lui, senza sapere esattamente che cosa. Pensò che avrebbe
potuto scoprirlo più facilmente se si fosse fatto sacerdote
e cominciò a prepararsi, prima a Logrono e successivamente
nel seminario di Saragozza. Seguendo un consiglio di suo padre,
intraprese anche gli studi civili di diritto, iscrivendosi come
privatista all'università di Saragozza. José
Escrivà morì nel 1924 ed egli divenne capo
famiglia.
Ricevette
l'ordinazione sacerdotale il 28 marzo 1925, e cominciò a
esercitare il ministero in una parrocchia rurale, quindi a Saragozza.
Nel 1927 si trasferì a Madrid, con il permesso del suo
vescovo, per conseguire il dottorato in diritto. Lì, il 2
ottobre 1928, Iddio gli fece vedere la missione che da vari anni gli
stava ispirando, e fondò l'Opus Dei. Da quel momento si
impegnò con tutte le sue forze per lo sviluppo di
ciò che Dio gli aveva chiesto di fondare, e
contemporaneamente continuava a esercitare il ministero pastorale
affidategli che lo metteva ogni giorno a contatto con le malattie e la
miseria negli ospedali e nei quartieri popolari di Madrid.
Josemarìa
si trovava a Madrid quando, nel 1936, scoppiò la guerra
civile. La persecuzione religiosa lo costrinse a rifugiarsi in vari
luoghi. Esercitava il ministero sacerdotale clandestinamente,
finché riuscì a lasciare Madrid. Dopo aver
attraversato i Pirenei, riparando nel sud della Francia, si
stabilì a Burgos.
Terminata la guerra, nel 1939, fece ritorno a Madrid. Negli anni
successivi predicò numerosi esercizi spirituali per laici,
sacerdoti e religiosi. Nello stesso anno 1939 terminava gli studi per
il dottorato in diritto.
Nel 1946 si stabilì a Roma. Ottenne il dottorato in teologia
all'Università Lateranense.
Fu
nominato consultore di due Congregazioni vaticane, membro onorario
della Pontificia Accademia di Teologia e prelato d'onore di Sua
Santità. Seguì attentamente i preparativi e le
sessioni del Concilio Vaticano II (1962-1965), intrattenendo fitti
rapporti con diversi padri conciliari. Da Roma si recò
più volte in vari paesi europei, per dare impulso all'avvio
e al consolidamento dell'attività dell'Opus Dei. Per gli
stessi motivi, fra il 1970 e il 1975 fece lunghi viaggi in Messico,
nella penisola iberica, in Sud America e in Guatemala, tenendo riunioni
di catechesi con gruppi numerosissimi di persone. Morì a
Roma il 26 giugno 1975.
Migliaia
di persone, fra cui numerosi vescovi di vari paesi - complessivamente,
un terzo dell'episcopato mondiale -, chiesero alla Santa Sede l'avvio
della causa di canonizzazione. Il 17 maggio 1992 Giovanni Paolo II
beatificava Josemarìa Escrivà in piazza San
Pietro a Roma, alla presenza di 300.000 persone. "Con un 'intuizione
soprannaturale - disse il Papa nell'omelia - il beato
Josemarìa predicò instancabilmente la chiamata
universale alla santità e ali 'apostolato".
1.5 Monsignor Alvaro del Portillo
Àlvaro
del Portillo, primo successore del beato Josemarìa
Escrivà a capo dell'Opus Dei, nacque a Madrid l'11 marzo
1914.
Entrò a far parte dell'Opus Dei nel 1935. Fu ordinato
sacerdote il 25 giugno 1944. Membro del Consiglio Generale dell'Opus
Dei dal 1940 al 1975, dal 1940 al 1947 e dal 1956 al 1975 ne fu il
segretario generale. Era laureato in ingegneria dei trasporti. Si era
inoltre laureato in Lettere e Filosofìa (sezione di storia)
e in Diritto canonico. Era consultore di diversi organismi della Santa
Sede, quali la Congregazione per la dottrina della fede, la
Congregazione per il Clero, la Congregazione per le Cause dei Santi e
il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.
Prese
parte ai lavori del Concilio Vaticano II, dapprima come presidente
della Commissione antipreparatoria per il laicato, quindi come
segretario della Commissione per la disciplina del Clero e come
consultore di altre commissioni. I suoi libri Laici e fedeli nella
Chiesa (1999, seconda ed.) e Consacrazione e missione del sacerdote
(1990, seconda ed.) sono in buona parte il frutto di quest'esperienza.
Quale membro della Commissione per la revisione del codice di diritto
canonico, intervenne nella elaborazione dell'attuale codice, promulgato
da Giovanni Paolo II nel 1983. Nel 1975 veniva eletto successore di
monsignor Escrivà.
Quando
l'Opus Dei fu eretto in prelatura personale, il Santo Padre lo
nominò prelato; e nel 1990 lo designò vescovo,
conferendogli l'ordinazione episcopale il 6 gennaio 1991. Nel 1985
creò a Roma il Centro Accademico Romano della Santa Croce,
nucleo originario dell'attuale Università
Pontifìcia della Santa Croce.
Nel corso dei diciannove anni durante i quali guidò l'Opus
Dei, il lavoro della prelatura si estese ad altri venti paesi.
Morì a Roma il 23 marzo 1994. Lo stesso giorno Papa Giovanni
Paolo II si recò a pregare davanti alla sua salma.
1.6 Monsignor Javier Echevarrìa
L'attuale
prelato dell'Opus Dei è nato a Madrid il 14 giugno 1932.
Dottore in Legge e in Diritto Canonico. Ordinato sacerdote il 7 agosto
1955, fu stretto collaboratore del beato Josemarìa
Escrivà, e dal 1953 fino alla sua morte, avvenuta nel 1975,
fu il suo segretario. Dal 1966 è membro del Consiglio
Generale dell'Opus Dei.
Nel
1975, quando Alvaro del Portillo successe al beato Josemarìa
Escrivà alla guida dell'Opus Dei, fu nominato segretario
generale, carica che fino a quel momento era stata ricoperta dallo
stesso Alvaro del Portillo. Nel 1982, con l'erezione dell'Opus Dei in
prelatura personale, divenne vicario generale della prelatura.
Dal
1981 è consultore della Congregazione per le Cause dei Santi
e dal 1995 della Congregazione per il Clero. Dopo la sua elezione e
nomina, da parte di Giovanni Paolo II, a prelato dell'Opus Dei, fu
ordinato vescovo dal Papa il 6 gennaio 1995 nella basilica di San
Pietro.